Ogni anno, il 23 novembre rappresenta una data dolorosa per molte famiglie della provincia di Avellino, un giorno in cui si ricordano le vittime del devastante terremoto che nel 1980 ha colpito l’Irpinia. Quella tragica notte, alle 19:34, una scossa sismica ha stravolto la vita di migliaia di persone, portando via in pochi istanti affetti, case e speranze. Le conseguenze del sisma sono state drammatiche: tremila morti, diecimila feriti e quasi trecentomila sfollati, con diciotto comuni completamente distrutti e moltissimi altri gravemente danneggiati. Questo tragico anniversario porta alla memoria non soltanto il dolore, ma anche la resilienza di un territorio che, nonostante le avversità, sta cercando di ricostruire una nuova identità.
La commemorazione delle vittime
A ricordare le vittime del terremoto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, sono attesi a Sant’Angelo dei Lombardi. Questa celebrazione annuale non è solo un momento di riflessione, ma anche un’opportunità per discutere sulle sfide e le problematiche attuali della regione. La presenza di rappresentanti del governo sottolinea l’importanza di mantenere viva la memoria storica e di continuare a sostenere le comunità che ancora oggi sentono gli effetti a lungo termine di quella tragedia. Sebbene siano passati 44 anni, il ricordo del terremoto rimane vivo e fa parte del tessuto sociale ed emotivo della popolazione.
Il dibattito sulla memoria storica
Toni Ricciardi, vice capogruppo alla Camera dei Deputati del PD e originario di Atripalda, mette in evidenza il problema della memoria collettiva legata all’evento. Ricciardi sostiene che, per ottenere una comprensione condivisa di quanto accaduto, sia necessaria l’istituzione di una Commissione parlamentare conoscitiva, capace di depurare la narrazione storica dalle strumentalizzazioni politiche del passato. L’onorevole mette in luce il ruolo della narrazione nel forgiare la realtà e suggerisce che il dibattito pubblico debba affrontare anche le rappresentazioni errate che si sono consolidate nel tempo, inclusi i pregiudizi antimeridionali. La sua esperienza come docente di storia delle migrazioni all’Università di Ginevra offre una prospettiva preziosa su un tema che merita di essere approfondito.
L’industrializzazione del cratere
Un altro aspetto centrale del discorso di Ricciardi riguarda il processo di industrializzazione nelle aree colpite dal terremoto. Nonostante le difficoltà iniziali, oggi la regione è sede di aziende leader a livello globale in settori come l’agroalimentare e l’aeronautica. Questo cambiamento ha richiesto anni di impegno e lotta contro i luoghi comuni e le idee preconcette, come un’ironia che ha segnato la storia locale: l’idea di costruire barche in montagna. La visione di Ricciardi è chiara: è fondamentale avere una narrazione positiva e realistica su quanto è stato realizzato in quest’area, rispetto ai pregiudizi che a lungo l’hanno accompagnata.
La sfida dello spopolamento
Franco Arminio, noto poeta e creatore della paesologia, affronta un altro tema critico: lo spopolamento dell’Irpinia. Ogni anno, circa duemila residenti abbandonano la regione, e questo fenomeno pone ulteriori sfide al territorio. Arminio invita a riflettere sull’importanza di contrastare la rassegnazione e a non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà. Il suo appello è rivolto soprattutto ai giovani, ai quali è necessario coinvolgerli attivamente nella comunità per costruire un futuro che non sia solo di nostalgia, ma di speranza e azione. Nonostante le difficoltà, il poeta sottolinea come sia fondamentale mantenere vivo lo spirito comunitario, opponendosi agli scoraggiatori e celebrando i progressi realizzati nel tempo.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Donatella Ercolano