39,7 milioni di europei nel 2022 non hanno potuto permettersi una settimana di vacanza

39,7 milioni di europei nel 2022 non hanno potuto permettersi una settimana di vacanza

397 milioni di europei nel 20 397 milioni di europei nel 20
39,7 milioni di europei nel 2022 non hanno potuto permettersi una settimana di vacanza - Gaeta.it

markdown

Un recente studio pubblicato dalla Confederazione europea dei sindacati ha evidenziato una preoccupante realtà socioeconomica nell’Unione europea: nel 2022, 39,7 milioni di persone, equivalenti al 14% della popolazione, non hanno potuto permettersi di andare in vacanza per una settimana. Questo rappresenta un aumento di due milioni rispetto all’anno precedente, un segnale allarmante che riflette la crescente difficoltà di molte persone di accedere a pause lavorative fondamentali per il recupero psico-fisico.

Il problema della “povertà da vacanza” in aumento

Difetti e conseguenze della mancanza di ferie

Secondo la segretaria generale della Ces, Esther Lynch, non andare in vacanza rappresenta un grave rischio per i lavoratori, che necessitano di momenti di riposo per prevenire il burnout e per tornare rimanendo energici e motivati. Nel comunicato stampa diffuso dalla Confederazione, si sottolinea come le vacanze non debbano essere considerate un lusso, ma un diritto fondamentale per la salute mentale e fisica dei lavoratori. Passare del tempo lontano dalla routine quotidiana, socializzare con la propria famiglia e fare esperienze nuove sono attività che contribuiscono al benessere individuale e collettivo.

La mancanza di ferie non solo influisce sulla salute di un singolo lavoratore, ma può anche avere ripercussioni sul clima aziendale e sulla produttività a lungo termine. Le aziende dovrebbero quindi incoraggiare i propri dipendenti a prendere periodi di ferie regolari per garantire un ambiente di lavoro sano e produttivo.

La disparità tra i vari Stati membri dell’UE

Lo studio della Ces ha messo in evidenza come la situazione sia estremamente variabile tra i diversi Stati membri. In FRANCIA, ad esempio, quasi cinque milioni di persone non sono riuscite a usufruire di una vacanza. Anche se il dato rimane sotto la media europea, l’incremento del numero dei privi di ferie è comunque significativo. In IRLANDA, il fenomeno ha registrato una crescita del 4% rispetto all’anno precedente, indicativa di una crescente difficoltà di accesso alle ferie anche in uno dei Paesi con economia forte.

Contrariamente, ci sono 13 nazioni in cui la situazione è anche peggiore rispetto alla media del 14,6% dell’Unione: la ROMANIA spicca in negativo con un’astronomica percentuale di 36% di individui che non riescono a permettersi una settimana di vacanza. Questo scenario evidenzia un problema economico di grande rilievo che non può essere ignorato.

La realtà dello stress lavorativo in UE

Stress e salute mentale sul luogo di lavoro

Un altro tema rilevato è lo stress sempre crescente tra i lavoratori europei, come evidenziato da un’indagine della Commissione europea. Circa il 50% dei lavoratori ha identificato lo stress come un problema comune e rilevante, particolarmente in relazione alla sicurezza e alla salute occupazionale. Questa comunicazione mette in particolare evidenza l’importanza di stabilire un diritto alla disconnessione, elemento essenziale per limitare il livello di stress che caratterizza i moderni posti di lavoro e promuovere un sano equilibrio tra vita professionale e personale.

Il miglioramento della salute mentale tra i lavoratori dovrà necessariamente passare attraverso politiche più inclusive e attive da parte dei datori di lavoro, affinché possano emergerne i benefici sia per i lavoratori stessi che per le aziende nel loro complesso.

Chi ha più opportunità di viaggiare

Secondo statistiche di Eurostat, circa il 62% dei residenti nell’UE ha effettuato almeno una vacanza nel 2022. Tuttavia, la maggior parte di queste ferie ha riguardato soggiorni brevi, spesso all’interno dei confini nazionali. Riguardo ai viaggi internazionali, i TEDESCHI hanno speso significativamente di più, con 85,2 miliardi di euro, seguiti dai FRANCESI con 39,2 miliardi di euro. Questi dati ci raccontano non solo della mobilità dei cittadini europei, ma anche delle differenze economiche che persistono tra le varie nazioni.

L’Unione europea utilizza la capacità di un individuo di garantirsi una settimana di vacanza annuale come parametro per valutare la deprivazione materiale e sociale. Altri indici simili comprendono la possibilità di affrontare spese impreviste e l’accesso a mezzi di trasporto personale. Tali misure rappresentano un riflesso delle condizioni di vita che milioni di cittadini richiedono per garantire una qualità della vita soddisfacente.

La crescita della disuguaglianza economica

Lynch ha commentato come le conquiste sociali del Ventesimo secolo, particolarmente l’accesso alle vacanze da parte delle famiglie della classe operaia, siano progressivamente minacciate. Questo accesso non solo ha influito positivamente sulla salute e sul benessere di milioni di persone, ma ha anche generato un clima di ottimismo e progresso. Tuttavia, i dati recenti suggeriscono che queste conquiste potrebbero essere compromesse dall’aumento delle disuguaglianze economiche.

Le proiezioni per il 2023 non sono rassicuranti: il costo crescente delle vacanze e salari che non tengono il passo con l’inflazione potrebbero portare a una situazione occupazionale ancora più difficile per i lavoratori europei. I sindacati fanno appello per interventi mirati che possano garantire nuovamente l’accesso alle ferie a un numero crescente di persone in tutta l’Unione europea.

Change privacy settings
×