I momenti di commemorazione spesso riflettono non solo un ricordo, ma anche una lotta per chiarire le verità storiche. Lo scorso 7 gennaio, militanti di destra si sono riuniti nel piazzale antistante l’ex sezione del Movimento Sociale Italiano per ricordare i tragici eventi di via Acca Larenzia. In questa data significativa, la memoria dei due giovani attivisti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, morti a causa di un agguato, risuona con forza, portando alla luce questioni irrisolte che continuano a influenzare il dibattito politico e sociale.
Il massacro di via Acca Larenzia
Il 7 gennaio 1978 rappresenta una data chiave nella storia delle tensioni politiche italiane. In quel giorno, due giovani militanti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, furono strangolati a morte da un commando di estrema sinistra. Un terzo militante, Stefano Recchioni, subì ferite mortali durante scontri che seguirono l’agguato, mentre i membri della destra si riunivano per una manifestazione di protesta. Questo episodio non è solo un momento di violenza ma il simbolo di un’epoca di conflitti ideologici che hanno segnato profondamente la società italiana.
La commemorazione annuale avviene in un clima carico di emozioni e forti evocazioni. Durante l’incontro, i militanti di destra hanno reso omaggio alle vittime con l’alzata del braccio e il grido festoso di “presente”, una ritualità che enfatizza la loro determinazione a non dimenticare i loro compagni caduti. Questo cerimoniale, sebbene tradizionale, sa anche di rivendicazione, di una memoria storica che deve trovare uno spazio legittimo nel racconto collettivo del paese.
Le parole di Fabio Rampelli
Nel corso della commemorazione, Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati e membro di Fratelli d’Italia, ha condiviso una riflessione appassionata sul peso della memoria storica. Rampelli ha affermato: “È giunta l’ora di condividere questa memoria, senza ipocrisie. Memoria comune che se non può più poggiarsi sulle sentenze dei tribunali deve fondarsi sulla verità storica”. Il suo intervento ha messo in luce l’importanza di una narrazione che non si limiti agli eventi di quel giorno, ma che si estenda alla comprensione delle responsabilità più ampie.
Sotto il suo punto di vista, l’idea di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla violenza politica degli anni ’70 e ’80 emerge come un passo cruciale. Rampelli ha esposto la sua preoccupazione riguardo alla gioventù coinvolta in una guerra civile strisciante, sostenendo che è necessario portare alla luce chi ha armato quei ragazzi di soli vent’anni. Questa richiesta si intreccia con il desiderio di risarcire chi ha sofferto e di capire le dinamiche che hanno alimentato le violenze di quel periodo, in un contesto in cui il giusto tentativo di far luce su tali eventi diventa essenziale.
Il contesto attuale delle commemorazioni
Le commemorazioni come quella di via Acca Larenzia non sono solo atti simbologici; esse accendono dibattiti aggiornati sulle conseguenze di una storia che continua a interessare la società italiana. La lotta per una memoria condivisa, ma anche per la giustizia storica, richiama un’attenzione che non deve scemare. Le parole di Rampelli ad esempio, si collegano a una lunga storia di richieste di verità, evidenziando la necessità di affrontare le ombre del passato affinché non restino inerti, ma possano contribuire alla costruzione di un futuro più consapevole.
La questione della memoria storica rimane quindi un tema centrale nel panorama politico attuale. Le posizioni dei vari gruppi politici sono spesso influenzate da tali commemorazioni, che diventano campi di battaglia simbolici per ideali e valori in conflitto. Con i giovani coinvolti e le nuove generazioni che si affacciano alla vita pubblica, risulta fondamentale stimolare un dialogo aperto su questi temi, affinché la storia serva non solo a rimarcare divisioni, ma anche a costruire ponti fra coloro che, pur seguendo strade diverse, possono imparare dal passato.
Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Laura Rossi