Negli ultimi giorni, un’importante iniziativa ha preso piede nel Lazio: CGIL, CISL e UIL, insieme a Cimo e Andonp, hanno avviato una raccolta firme per chiedere che la Fondazione Santa Lucia diventi un ente pubblico. Questo movimento si pone l’obiettivo di garantire che un presidio sanitario di eccellenza resti al servizio della comunità, sottolineando l’importanza della neuroriabilitazione e della ricerca neuroscientifica nel panorama sanitario italiano.
Incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Il 6 agosto è previsto un incontro cruciale presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che si concentrerà sul futuro della Fondazione Santa Lucia. Questo istituto di ricovero e cura è considerato un pilastro non solo per la città di Roma, ma per tutta la Regione Lazio, avendo guadagnato riconoscimenti significativi nel campo della neuroriabilitazione. Durante l’incontro, si affronteranno temi rilevanti per delineare le prospettive e le strategie necessarie per mantenere i servizi e garantire l’accesso della popolazione a cure di qualità.
La Fondazione è nota per le sue capacità innovative e per il suo impegno nella ricerca scientifica. Le autorità locali, così come le organizzazioni sindacali coinvolte, stanno spingendo affinché venga trovata una soluzione che permetta al Santa Lucia di rimanere un faro nella sanità romana e laziale. La conversione in ente pubblico sarebbe un passo importante per garantire stabilità, sostenibilità e continuità nei servizi offerti.
L’importanza della Fondazione Santa Lucia per il territorio
La Fondazione Santa Lucia non è solo un centro sanitario di riferimento, ma rappresenta anche un punto cardine nella sanità territoriale. La sua eccellenza nella neuroriabilitazione ha contribuito a migliorare la vita di molti pazienti, offrendo trattamenti all’avanguardia e programmi di assistenza personalizzati. Nonostante le difficoltà economiche che il settore della salute ha affrontato negli ultimi anni, la Fondazione ha continuato a mantenere elevati standard di cura e professionalità.
I membri della VII Commissione “Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare” del Consiglio regionale del Lazio, come Rodolfo Lena, Marta Bonafoni, Salvatore La Penna e Massimiliano Valeriani, hanno espresso la loro preoccupazione riguardo al futuro del Santa Lucia. In una nota, hanno chiesto un intervento attivo da parte della Regione Lazio, sottolineando che non è accettabile un atteggiamento passivo. È fondamentale che le istituzioni locali assumano un ruolo da protagonisti nel sostenere la Fondazione e nel garantire che le sue eccellenze rimangano accessibili ai cittadini.
La posizione della Regione Lazio e l’appello alla giunta
Nonostante la rilevanza della Fondazione, alcuni esponenti politici hanno sollevato interrogativi riguardo l’attività del Presidente Rocca e della giunta regionale. La preoccupazione è che non ci sia sufficiente attenzione nei confronti delle sfide che il Santa Lucia sta affrontando. L’iniziativa di fare della Fondazione un ente pubblico non è solo una questione di organizzazione, ma anche una necessità strategica per preservare un servizio essenziale e tutelare la salute dei cittadini.
Gli attivisti e le organizzazioni coinvolte nella raccolta firme stanno dunque chiedendo un cambio di rotta da parte della Regione Lazio. È imperativo che venga accolto un approccio più proattivo, in modo che il Santa Lucia possa continuare a funzionare come un’istituzione di alto livello nel settore della sanità pubblica. Solo così sarà possibile garantire l’accesso a cure di qualità, rafforzando un sistema sanitario che deve rimanere a sostegno della comunità.
Le prossime settimane saranno decisive per capire quale direzione prenderà la Fondazione Santa Lucia e quale ruolo avrà nella sanità pubblica del Lazio.
Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2024 da Donatella Ercolano