La parrocchia dei Santi Martiri Cipriano e Giustina di Antonivka distrutta da un attacco missilistico

La parrocchia dei Santi Martiri Cipriano e Giustina di Antonivka distrutta da un attacco missilistico

La parrocchia dei Santi Martir La parrocchia dei Santi Martir
La parrocchia dei Santi Martiri Cipriano e Giustina di Antonivka distrutta da un attacco missilistico - Gaeta.it

Il drammatico evento ha scosso profondamente la comunità di Antonivka, nel sud dell’Ucraina, dove la chiesa greco-cattolica, costruita con dedizione e sacrificio dal parroco don Ihor Makar e dai suoi parrocchiani, è stata ridotta in macerie da un missile russo. La notizia, diffusa su Facebook il 11 agosto, ha sollevato un’ondata di tristezza e solidarietà non solo tra i residenti, ma anche in tutto il paese e oltre. Questo articolo esplora la storia della chiesa, i momenti di difficoltà vissuti dalla comunità e la resilienza dei suoi membri di fronte all’orrore della guerra.

La nascita della chiesa di Antonivka: una storia di impegno

Un sogno che prende forma

Don Ihor Makar è arrivato ad Antonivka nel 2005, all’inizio di un percorso di dedizione e amore verso una comunità che ha contribuito a plasmare. Con la sua famiglia, viveva in un appartamento a Kherson poiché non esisteva una casa parrocchiale. Le celebrazioni religiose iniziarono in una piccola casetta, ma il desiderio di fornire un luogo di culto stabile e accogliente per i parrocchiani era forte. Con l’aiuto del vescovo e della Fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre , nel 2006 don Ihor riuscì a stabilirsi in una casa parrocchiale.

La costruzione della cappella

Il percorso verso la creazione della cappella parrocchiale è stato ricco di sfide. Infatti, un vecchio annesso della casa parrocchiale, privo di pavimento e in stato di abbandono, divenne il simbolo della rinascita spirituale della comunità. Con grande impegno e lavoro comunitario, don Ihor trasformò quel luogo in un luogo di culto. La consacrazione della cappella avvenne il 17 maggio 2014, segnando un momento importante non solo per la parrocchia, ma anche per la vita quotidiana delle famiglie che vi si riunivano.

L’impatto della guerra sulla comunità

Una comunità unita

Prima dell’intensificarsi del conflitto, la cappella dei Santi Martiri Cipriano e Giustina era un fulcro vitale della vita comunitaria. Don Ihor parla di una famiglia parrocchiale composta da uomini e donne che si sostenevano a vicenda attraverso la catechesi e attività di beneficenza. Anche se il numero di frequentatori era ridotto, i momenti di celebrazione e condivisione costituivano il collante della comunità. Il dialogo e la solidarietà erano elementi chiave, specialmente di fronte alle avversità.

Gli orrori dell’occupazione

Con l’invasione russa, tutto è cambiato. Don Ihor ha continuato a fare sentire la sua presenza spirituale nonostante la guerra. In un attrito costante tra speranza e disperazione, il parroco ha cercato di supportare i suoi parrocchiani inviando aiuti, come acqua e legna, per far fronte alle necessità quotidiane. Il territorio di Antonivka è stato minacciato dai bombardamenti, ma la voglia di proteggere la propria casa e i legami creati attorno alla chiesa è rimasta intatta.

Il tragico bombardamento della cappella

La distruzione

Il bombardamento del 11 agosto rappresenta un momento di rottura per la comunità. Don Ihor racconta con dolore come le fiamme e il fumo sembravano avvicinarsi incessantemente alla cappella, e gli abitanti hanno lottato per salvarla. Tuttavia, un missile ha colpito direttamente la struttura, riducendola in macerie e portando via non solo il luogo di culto, ma anche un simbolo di speranza e unità.

La reazione della comunità

La notizia della distruzione della cappella ha devastato i parrocchiani. Don Ihor, pur avvertendo il dolore immenso per la perdita, ha espresso la sua gratitudine per essere riusciti a mantenere in vita la comunità. Le lacrime agli occhi del sacerdote raccontano di anni di laboriosa costruzione e sacrifici condivisi. Nonostante il triste evento, la fede rimane intatta e la comunità cerca di rialzarsi pur continuando a sperare in un domani migliore.

La resilienza della comunità di Antonivka

Una scelta difficile

Tra gli anziani rimasti a vivere ad Antonivka, molti si rifiutano di evacuare nonostante l’intensificarsi dei bombardamenti. Don Ihor racconta di come alcuni residenti preferiscano rimanere nel loro villaggio, scegliendo di vigilare e proteggere le loro case. La loro determinazione a non abbandonare il luogo in cui hanno trascorso la maggior parte della loro vita rappresenta la profonda connessione che ogni individuo ha con la propria comunità.

Speranza e futuro

La tenacia di chi è rimasto è una testimonianza della resilienza umana e della profonda fede che distingue la comunità di Antonivka. Nonostante l’assenza della cappella, i valori di unione e sostegno reciproco non sono stati spazzati via dalla guerra. La vita continua, e benché il cammino sia irto di difficoltà, la comunità guarda al futuro con speranza, determinata a ricostruire ciò che è stato distrutto e a mantenere viva la memoria dei momenti condivisi.

Ultimo aggiornamento il 13 Agosto 2024 da Sara Gatti

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