L’analisi recente condotta dall’Ivass ha rivelato un significativo incremento dei premi assicurativi per l’Rc auto a luglio 2023, con un aumento medio del 7,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo trend si colloca all’interno di un preoccupante panorama nazionale che evidenzia un divario crescente tra diverse aree d’Italia. L’indagine, nota come “Iper”, monitora costantemente i prezzi della Rc auto in tutte le province italiane, rivelando dettagli importanti per i consumatori e il mercato assicurativo.
L’analisi dell’Ivass: i dati sui prezzi dell’Rc auto
Indicatori di crescita dei premi assicurativi
Secondo i dati riportati dall’Ivass, l’anno scorso il prezzo medio dell’Rc auto a luglio era di 416 euro, un aumento che si allinea ai trend già visibili a giugno, quando l’incremento registrato era del 6,2% in termini nominali. L’andamento del costo della polizza riflette una differenza significativa nel panorama assicurativo italiano, evidenziando una tendenza alla crescita non solo in cifre assolute, ma anche in riferimento all’inflazione.
Aumento generalizzato in tutte le province
Il monitoraggio ha rivelato che ogni provincia italiana ha sperimentato un incremento dei costi dell’Rc auto. I dati spiegano che l’aumento più moderato ha riguardato Pesaro e Urbino, con un incremento del +3,1%, mentre altre province, come Roma, hanno registrato un significativo +11%. Ciò evidenzia l’importanza di un’approfondita analisi per comprendere le variabili locali che influenzano i premi assicurativi.
Disparità regionali nei costi dell’Rc auto
La riapertura del gap tra Nord e Sud
Un altro aspetto importante emerso dall’indagine dell’Ivass riguarda la crescente disparità dei costi di assicurazione tra il Nord e il Sud Italia. Questo divario, descritto come ‘forbice’, si manifesta in modo particolare tra province ritenute ‘virtuose’, come Aosta, e province considerate più rischiose, come Napoli. Il differenziale di prezzo tra queste due località si attesta a ben 270 euro, in aumento del 7,8% rispetto all’anno precedente, creando preoccupazione per l’equità del mercato assicurativo.
Comparazioni storiche e trend a lungo termine
Sebbene le attuali differenze siano evidenti, l’analisi storica mostra che ci si trova lontani dai mega differenziali registrati in passato. Rispetto a luglio 2014, il differenziale tra Napoli e Aosta è diminuito di circa il 43%. Questo suggerisce una possibile stabilizzazione del mercato, nonostante le attuali tensioni sui prezzi. Tuttavia, l’aumento recente dei costi, escludendo i conducenti con una buona classe di merito, indica un trend critico che merita attenzione.
Impatti sui conducenti e sugli assicurati
Conseguenze per gli automobilisti
Un aspetto cruciale della crescita dei prezzi dell’Rc auto è relativo agli automobilisti, in particolare a quelli non inclusi nella prima classe di merito. L’incremento medio per questa categoria, infatti, si è attestato all’11,5%, un dato allarmante rispetto al +6,6% riscontrato per coloro che appartengono alla prima classe. Questo divario mostra come i conducenti che non godono di uno storie assicurativo favorevole devono affrontare oneri economici maggiori, una situazione che potrebbe influenzare le loro scelte di guida e acquisto di polizze.
Risvolti sul mercato assicurativo
I prezzi crescenti dell’Rc auto non solo pesano sui portafogli degli assicurati, ma hanno anche ripercussioni sull’intero settore assicurativo. Le compagnie potrebbero essere indotte a rivedere le loro strategie di pricing e le politiche di rischio, alla luce di un aumento dei sinistri in alcune aree geografiche e della necessità di mantenere la competitività sul mercato. Questo cambiamento obbliga le compagnie ad adottare una strategia più mirata e flessibile per affrontare il panorama in evoluzione dell’assicurazione auto in Italia.
Ultimo aggiornamento il 29 Agosto 2024 da Sara Gatti