"The Order": il thriller di Justin Kurzel esplora il suprematismo bianco in una società divisa

“The Order”: il thriller di Justin Kurzel esplora il suprematismo bianco in una società divisa

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"The Order": il thriller di Justin Kurzel esplora il suprematismo bianco in una società divisa - Gaeta.it

Sette anni dopo il suo debutto in concorso a Venezia ’81, “The Order” di Justin Kurzel emerge nuovamente come un’opera di rilevanza attuale. Ambientato nell’America del 1983, il film si sofferma su tematiche di grande impatto sociale, mettendo in luce i comportamenti estremisti legati al suprematismo bianco. Con Jude Law nel ruolo di un poliziotto tormentato, la pellicola offre una narrazione intensa, accompagnata da un’analisi critica della società contemporanea e della sua vulnerabilità di fronte all’ideologia.

La trama di “The Order”

Un poliziotto in crisi

Nel cuore della narrazione troviamo Terry Husk, interpretato da Jude Law, un problematico agente dell’FBI che lotta contro i propri demoni interiori. Husk è descritto come un uomo tormentato: tabagista, alcolista e afflitto da una profonda depressione, si ritrova nel contesto di una serie spaventose rapine che colpiscono il nord-ovest degli Stati Uniti. Mentre la polizia si trova in difficoltà a dare un senso ai crimini, Husk si rende conto che i maniaci sono molto più di semplici banditi. La sua intuizione lo porta a scoprire un gruppo di terroristi di estrema destra guidati da un leader carismatico, Robert Jai, interpretato da Nicholas Hoult.

In questo scenario carico di tensione, Husk e il poliziotto locale Bowen, interpretato da Tye Sheridan, si uniscono per infiltrarsi in questo mondo oscuro. Le loro indagini li porteranno a confrontarsi direttamente con ideali di suprematismo bianco che, tragicamente, risuonano ancora oggi. La rappresentazione di Husk, un eroe imperfetto, aggiunge ulteriore complessità a una storia già di per sé intensa e inquietante.

Riferimenti storici e simbolismo

“The Order” non si limita a presentare una storia di fantasia; il film attinge da eventi storici e riferimenti culturali per sottolineare l’odierna rilevanza del suprematismo bianco. Tra i simboli più inquietanti presenti nel film ci sono svastiche e cappi, elementi che rimandano a momenti bui della storia americana. Inoltre, il film fa riferimento ai famosi “Diari di Turner”, un testo controverso associato a Timothy J. McVeigh, noto per l’attentato di Oklahoma City del 1995.

Questi riferimenti non solo arricchiscono la trama, ma fungono anche da monito sulle insidiose ideologie che possono insinuarsi nella società moderna. Le riunioni clandestine della supremazia bianca, come rappresentate nel film, fungono da specchio di una realtà allarmante: l’esistenza di gruppi organizzati che credono nella superiorità di una razza su un’altra. La narrazione quindi invita a una riflessione profonda sulle conseguenze di tali ideologie e sull’importanza di combattere qualsiasi forma di odio e discriminazione.

Il messaggio attuale di “The Order”

Vulnerabilità sociale

Jude Law, oltre a interpretare il protagonista, svolge anche il ruolo di produttore del film, affermando che “The Order” affronta tematiche tanto pertinenti da sembrare scritte per il presente. La sua osservazione si concentra principalmente sulla capacità di manipolazione delle ideologie estremiste nei confronti di individui vulnerabili, una questione purtroppo ancora attuale. L’America, e altri paesi, sono descritti come società lacerate, nelle quali la divisione e il rancore possono facilmente crescere e radicarsi.

Il film diventa allora un riflesso della dinamica sociale contemporanea, dove la paura e l’ignoranza possono condurre gli individui verso ideologie tossiche. Il razzismo, come evidenziato da Law, offre un senso di appartenenza per coloro che si sentono emarginati e dimenticati, trasformando quel dolore in energia distruttiva che si riversa su collettività vulnerabili.

La lotta contro l’odio

La pellicola serve non solo come intrattenimento, ma anche come una potente dichiarazione contro la proliferazione di ideologie odiose. Affrontando il tema della comunità e dell’appartenenza, “The Order” mette in guardia sulla facilità con cui le persone possono essere sedotte da promesse di potere e riconoscimento sociale. La ricerca di Husk e Bowen non è solo quella di fermare la violenza, ma anche di cercare di ridurre la potenza di ideologie distruttive e dimostrare l’importanza di una società inclusiva.

Il film offre così uno spunto di riflessione su quanto sia fondamentale restare vigili e impegnati nella lotta contro l’ingiustizia, l’estremismo e le divisioni che minacciano la coesione sociale. In un’epoca in cui le sfide per l’armonia sociale sono più complesse che mai, “The Order” si presenta come un richiamo alla responsabilità collettiva.

Ultimo aggiornamento il 31 Agosto 2024 da Sara Gatti

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