In seguito alla recente decisione del Governo di spostare fondi destinati all’educazione sessuale verso la formazione degli insegnanti in merito all’infertilità, la Conferenza Donne Democratiche dell’Abruzzo ha espresso il proprio sostegno per una proposta di legge mirata a promuovere una formazione più completa nella sfera dell’educazione sessuale e della parità di genere. Roberta Tomasi, portavoce della Conferenza, ha sottolineato l’importanza di un approccio educativo che affronti la violenza e le disuguaglianze di genere nelle scuole e università.
Il cambiamento nella destinazione dei fondi
Con un investimento iniziale di mezzo milione di euro destinato a migliorare la salute e l’educazione sessuale e affettiva negli istituti secondari, il Governo ha recentemente deciso di dirottare queste risorse verso la formazione specifica degli insegnanti sui temi legati all’infertilità. Una scelta che sta sollevando molte critiche, soprattutto da parte delle associazioni che si occupano di diritti delle donne. Roberta Tomasi ha evidenziato come tema dell’infertilità sia un problema medico, caratterizzato da molteplici cause e non debba diventare una responsabilità esclusiva degli insegnanti, i quali, nella maggior parte dei casi, sono formati per educare in materie diverse.
Tomasi ha avvertito del rischio che questa decisione possa contribuire a diffondere una visione tradizionalista del ruolo femminile, riducendo la donna esclusivamente a moglie e madre. In tale contesto, le persone che non desiderano avere figli o che non possono affrontare gravidanze potrebbero vivere esperienze di stigmatizzazione e discriminazione.
Necessità di un’educazione completa
Secondo Tomasi, è cruciale offrire un’educazione alla sessualità e all’affettività pianificata, in grado di fornire agli studenti le competenze necessarie per affrontare le relazioni e le emozioni. Un approccio che deve tenere conto sia degli aspetti fisici della sessualità che della prevenzione della violenza di genere, sia fisica che verbale.
Numerose scuole secondarie, al momento, stanno già implementando percorsi educativi con il supporto dei consultori delle ASL, segnali di buone pratiche che, tuttavia, richiedono integrazioni programmatiche a livello nazionale. Tomasi ha fatto riferimento agli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ribadendo la necessità di un intervento mirato e programmato, come già avviene in altri Paesi europei, per garantire un’educazione efficace e davvero inclusiva.
La questione della disparità salariale
Recentemente, l’Istat ha pubblicato un rapporto sulla disparità salariale che evidenzia un differenziale anche significativo tra i salari medi percepiti da donne e uomini. Con un divario che si attesta sul 5,6% e una differenza retributiva lorda che supera i seimila euro all’anno, i dati appaiono ancora più gravi per le donne laureate e quelle che occupano ruoli dirigenziali . Queste statistiche sollevano interrogativi sulla reale applicazione dei principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione e su come la disuguaglianza si ripercuota sull’autonomia e la posizione delle donne nel mercato del lavoro.
Tomasi ha sottolineato come sia fondamentale attuare politiche efficaci per superare le disuguaglianze salariali, che spesso riflettono stereotipi di genere diffusi nella società. L’esperienza educativa, secondo la portavoce, non può non giocare un ruolo centrale in questo processo di cambiamento necessario.
Appello per un’azione tempestiva
Mentre ci si avvicina all’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, la Conferenza Donne Democratiche ha esortato il Governo a discutere rapidamente la proposta di legge presentata in Consiglio Regionale, riguardante l’educazione alla parità di genere e la prevenzione di violenze e discriminazioni. Un passo che, se compiuto prima della celebrazione, sarebbe considerato un segno tangibile di attenzione verso questioni di rilevanza cruciale, in un contesto dove le richieste di uguaglianza di genere sono sempre più urgenti e forti.
Il dibattito sull’educazione alla sessualità e sulla disparità retributiva rappresenta non solo un’opportunità di riflessione, ma un momento fondamentale per attivare un cambiamento reale e impegnato nel rispetto della dignità e dei diritti di tutte le donne.
Ultimo aggiornamento il 31 Gennaio 2025 da Marco Mintillo