a Latina la battaglia contro i siti che istigano al suicidio dopo la morte di Fabio Gianfreda

a Latina la battaglia contro i siti che istigano al suicidio dopo la morte di Fabio Gianfreda

La tragica morte di Fabio Gianfreda evidenzia i rischi dei contenuti online che istigano al suicidio; l’interrogazione parlamentare e l’associazione “Io sono Enea” chiedono interventi urgenti per la prevenzione giovanile.
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La morte di Fabio Gianfreda, 19enne di Latina, ha acceso il dibattito sui pericoli dei contenuti online legati al suicidio, spingendo a richieste di interventi governativi e alla nascita dell’associazione "Io sono Enea" per la prevenzione del disagio giovanile. - Gaeta.it

La morte di Fabio Gianfreda, giovane di 19 anni di Latina, ha riacceso il dibattito sui pericoli dei contenuti online legati al suicidio. Fabio si è tolto la vita nel dicembre 2020 assumendo un composto chimico acquistato facilmente su internet, consegnato a casa del nonno per evitare sospetti. La vicenda ha spinto la deputata Stefania Ascari a presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo interventi mirati contro questi siti e il coinvolgimento di istituzioni e famiglie nella prevenzione. Familiari di Fabio hanno creato l’associazione Io sono Enea, punto di riferimento per la lotta al disagio giovanile legato a questi fenomeni.

la tragedia di fabio gianfreda e la facilità di accesso a sostanze pericolose online

Fabio aveva 19 anni quando ha deciso di togliersi la vita a dicembre 2020. Il giovane ha ingerito un composto chimico, acquistato su un sito internet senza controlli particolari. La spedizione è stata organizzata in modo da raggiungere la casa del nonno, per non insospettire chiunque. Questo dettaglio sottolinea quanto sia semplice ottenere materiale potenzialmente letale attraverso canali web poco regolamentati.

La vicenda ha mostrato una falla grave: in rete circolano prodotti pericolosi con disponibilità immediata e senza limiti, capaci di provocare danni irreparabili anche con piccole quantità. Fabio si trovava in un momento di fragilità profonda e invece di trovare aiuto, si è imbattuto in pagine che offrivano istruzioni dettagliate su come mettere fine alla propria vita. Questo fenomeno, crescente e silenzioso, coinvolge spesso adolescenti e giovani adulti esposti a rischi elevati.

Sono quindi allarmanti i numerosi spazi online dove si insegnano metodologie per l’autolesionismo e per il suicidio, spesso mascherati da forum o chat. Alcuni di questi sono aperti e accessibili a chiunque. Vengono condivisi consigli su sostanze, tempi e modalità, alimentando un clima che rende normali queste pratiche autodistruttive.

l’interrogazione parlamentare di stefania ascari e le richieste al governo

Dopo aver esaminato la vicenda di Fabio, Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione ai ministri della Salute, Interno, Giustizia e Istruzione. Nel testo, Ascari denuncia il vuoto legislativo e operativo che permette la libera circolazione di contenuti che istigano al suicidio.

La parlamentare chiede al governo di attivarsi per individuare e oscurare i siti che promuovono messaggi pericolosi, e per avviare un tavolo interministeriale dedicato alla prevenzione. Questo dovrebbe coinvolgere scuole, famiglie, enti locali e associazioni attente al disagio giovanile, per costruire un protocollo nazionale.

Ascari sottolinea che, nonostante la Costituzione italiana garantisca la tutela della salute, non esiste al momento un sistema efficace di monitoraggio e intervento veloce su queste piattaforme tossiche. La richiesta è di stabilire strumenti concreti per rimuovere velocemente i contenuti dannosi, impedendo nuova diffusione e salvaguardando la salute mentale dei giovani.

l’associazione io sono enea e l’impegno sul territorio di latina

La scomparsa di Fabio ha spinto i genitori, Marco Gianfreda e Lisa Perillo, a fondare “Io sono Enea”, associazione nata a Latina con l’obiettivo di affrontare il disagio giovanile e la diffusione di contenuti pericolosi online. Questa organizzazione svolge attività di sensibilizzazione e denuncia degli spazi virtuali che favoriscono l’istigazione al suicidio.

Il loro lavoro si sviluppa anche attraverso il dialogo con istituzioni locali, come il Comune e la Provincia di Latina, impegnate nel sostegno alla causa. Il 12 settembre 2025 si terrà a Frascati un convegno dedicato proprio alla prevenzione dei fenomeni legati al malessere psicologico tra i giovani, con la partecipazione delle autorità territoriali.

L’associazione punta alla creazione di un Osservatorio permanente del disagio giovanile per monitorare i segnali di rischio e promuovere interventi efficaci. Testimonianze, iniziative nelle scuole e collaborazioni con enti e associazioni rappresentano alcune delle attività messe in campo per contrastare un fenomeno grave e diffuso.

il tema dell’istigazione al suicidio online e i rischi per i giovani

I casi come quello di Fabio rivelano l’esistenza di comunità web in cui il suicidio viene presentato come soluzione accettabile, con modalità e consigli pratici messi a disposizione di utenti spesso minorenni o adolescenti. Forum, chat o siti dedicati veicolano prove dettagliate su metodi autodistruttivi sia chimici sia fisici.

Chi frequenta questi spazi può ricevere un peggioramento dello stato psichico, aggravato dall’effetto di normalizzazione di comportamenti autolesionisti. Le aree digitali trattano spesso il tema in modo superficiale o addirittura incoraggiante, al punto da risultare terreno fertile per nuovi episodi tragici.

La diffusione di queste informazioni è facilitata dall’anonimato e dalla mancanza di un controllo severo da parte delle piattaforme online. Già in passato diversi suicidi sono stati collegati alla presenza di comunità virtuali di questo tipo. Nel contesto attuale, emerge la necessità di un intervento tempestivo, capace di proteggere i più giovani da un pericolo reale.

iniziative istituzionali e sociali contro i contenuti dannosi

L’intervento suggerito dalla deputata Ascari include la creazione di un protocollo nazionale di prevenzione. Questo coinvolgerebbe scuole, famiglie, associazioni e enti pubblici per individuare tempestivamente segnali di allarme e per fornire sostegno adeguato.

Il coinvolgimento di più ministeri e la costituzione di un tavolo interministeriale rappresentano passi necessari per coordinare le azioni e rispondere con strumenti efficaci. La rimozione dei contenuti che istigano al suicidio deve diventare pratica diffusa e standardizzata.

In parallelo, associazioni come “Io sono Enea” propongono iniziative di sensibilizzazione e monitoraggio continuo, per non lasciare isolati ragazzi e famiglie nel confronto con un fenomeno complesso. La collaborazione tra istituzioni e soggetti impegnati sul territorio appare fondamentale per fornire risposte concrete.

Le recenti mobilitazioni dimostrano che la fragilità giovanile e i rischi legati al mondo digitale richiedono attenzione, impegno e strumenti immediati capaci di bloccare l’espansione di messaggi pericolosi. Il caso di Fabio Gianfreda resta un monito dall’urgenza reale.

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