Milano, fine aprile 1945. L’Italia si prepara a voltare pagina: il fascismo è ormai caduto, Benito Mussolini è stato catturato e il suo corpo attende l’esposizione pubblica. In questo contesto si intrecciano le vite di personaggi diversi, ognuno alle prese con il significato profondo di quel momento cruciale. Paolo Maggioni racconta questa domenica infinita in un romanzo che mette in luce tensioni, speranze e ferite ancora aperte.
Milano il 29 aprile 1945, la giornata di una città in bilico
Il racconto di Maggioni parte proprio dal cuore di Milano, in piazza Duomo. Qui un giovane sacerdote osserva dalla finestra la Madonnina ancora nascosta sotto teli protettivi rimasti dai bombardamenti. Quella immagine simbolica anticipa la trasformazione in corso, ma il sacerdote capisce subito che quella domenica non sarà semplice. La radio annuncia la morte di Mussolini. Da lì si dipana una giornata tesa, calda di emozioni, mentre la città si muove verso piazzale Loreto, teatro dell’esposizione del cadavere di uno dei protagonisti più controversi della storia recente.
Milano, in quegli istanti, è un campo di battaglia politico e morale. La presenza degli americani alle porte infonde pressione, mentre i reparti tedeschi si asserragliano nel comando vicino alla Scala. In mezzo a questo scenario, la città cambia volto momentaneamente. Tutti si muovono: partigiani che rivendicano la liberazione, fascisti che cercano di comprendere il proprio destino, semplici curiosi spinti dalla voglia di vedere con i propri occhi. La tensione si taglia con il coltello, segnata dalla memoria della guerra appena conclusa e dall’incertezza sul futuro.
Il piano di agustino barajas detto “carnera” e la sua storia spagnola
Parallelamente agli eventi del centro, un gruppo di anarchici attraversa Milano in direzione opposta rispetto alla massa che si reca a piazzale Loreto. A guidarli è Agustino Barajas, soprannominato “Carnera”, un idealista e falsario dalla figura raffinata. Questa parte della storia prende spunto da una vicenda vissuta realmente da Laureano Cerrada Santos, combattente nella guerra civile spagnola e sconfitto dalle truppe di Franco.
Carnera prova a organizzare un colpo audace, molto simile a quello raccontato nella serie “La casa di carta”. Quel colpo non è solo un azzardo criminale, ma un’azione con possibili ripercussioni nella Spagna sotto la dittatura falangista. A Milano si consuma così anche una lotta pensata per attraversare i confini nazionali e puntare dritto a un regime lontano, in una fase in cui l’Europa sta ancora trovando un equilibrio dopo la guerra. Questa missione rappresenta un contrasto forte con la festa liberatoria che avviene nel centro della città.
Daniele colpani e marta ripoldi: volti diversi della milano libera
Accanto a Carnera, Paolo Maggioni inserisce altri due protagonisti con storie e ruoli diversi. Daniele Colpani è il direttore di Radio Marte, emittente di chiara inclinazione fascista. Tornato a Milano dopo l’esilio forzato, si dirige verso piazzale Loreto per testimoniare gli eventi della giornata da un punto di vista che conserva tracce della propaganda passata e di un’identità politica segnata dalla sconfitta.
Marta Ripoldi, invece, è una partigiana che lavora come tranviera. Vedova di guerra, attraversa una Milano che ha appena conquistato la libertà ma deve ancora confrontarsi con le divisioni e i conflitti lasciati dietro. Il suo personaggio è una dedica alle molte donne partigiane che scelsero di combattere e di dare forma a una nuova Italia. Marta rappresenta la capacità di resistere e continuare nonostante il peso di un passato violento, camminando per le vie di una città che, pur libera, non ha ancora trovato pace.
Una giornata che segna la storia e lascia ferite ancora aperte
Tutti e tre cercano di capire come dare senso al dolore accumulato e dove trovare una direzione per un futuro incerto. Maggioni concentra il racconto sull’arco di una singola giornata, carica di simboli e contraddizioni. Milano del 29 aprile 1945 è un crocevia di emozioni profonde, dove la liberazione convivono con tensioni ancora vive.
Il romanzo mette a fuoco uno spaccato storico fragile. Le divisioni dureranno a lungo, è una domenica che sembra non finire mai perché le tensioni continuano a riaffiorare negli anni successivi. La città si mostra in equilibrio instabile, tra festa e conflitto, tra passato da lasciar andare e ferite troppo fresche per rimarginare in fretta. Questo spaccato serve a raccontare non solo una data, ma un’intera stagione politica e sociale, ancora capace di provocare discussioni e memorie contrastanti.