A Milano il grido d’aiuto delle famiglie in attesa: il presidio davanti al Comune

A Milano il grido d’aiuto delle famiglie in attesa: il presidio davanti al Comune

Milano affronta una crisi nelle costruzioni immobiliari, con 1.600 famiglie in attesa di risposte politiche mentre i cantieri rimangono bloccati e le loro speranze di acquisto svaniscono.
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A Milano il grido d’aiuto delle famiglie in attesa: il presidio davanti al Comune - Gaeta.it

L’attuale situazione di stallo nelle costruzioni immobiliari a Milano ha catalizzato l’attenzione, coinvolgendo circa 1.600 famiglie afflitte da incertezze e perdite economiche legate a cantieri immobiliari bloccati. Il Comitato ‘Famiglie sospese, vite in attesa’ ha organizzato un presidio davanti alla sede del Comune, da cui emerge un forte appello per una risposta politica che sappia affrontare le difficoltà di queste famiglie, il cui futuro risulta appeso a un filo.

Famiglie in attesa: il contesto del presidio

Il presidio milanese ha visto la partecipazione di circa cento persone, secondo Cristian Coccia, portavoce del comitato. Le famiglie coinvolte sono principalmente acquirenti di case in progetti edilizi attualmente soggetti a indagini e sequestri, con conseguenti blocchi dei lavori. La situazione di crisi persiste ormai da dieci mesi, con la sensazione che la politica, anziché trovare soluzioni, rimanga ferma, ignorando le necessità pressanti di chi ha investito nella propria abitazione.

Coccia ha sottolineato l’entità della crisi, affermando che il comitato rappresenta un ampio gruppo di persone unite da un destino comune. Le statistiche fornite da Coccia indicano che ci sono circa sette/otto cantieri coinvolti, di cui tre sotto sequestro e dodici sotto indagine. Il numero di cantieri identificati continua a crescere, con la mancanza di diritti edilizi che impedisce l’avvio di circa 150 nuovi progetti. Una condizione che grava pesantemente sulle spalle di chi ha già anticipato notevoli somme per l’acquisto degli immobili.

La situazione economica delle famiglie coinvolte

La crisi non si limita solo alla burocrazia, ma ha profonde ripercussioni sul benessere economico delle famiglie. Coccia ha riportato che le vendite sono ferme a una media del 50%, con gli acquirenti che si trovano a dover recuperare tra il 30% e il 50% del valore degli immobili acquistati. Molte famiglie si trovano così in una situazione precaria, con risorse economiche esaurite e senza la possibilità di vedere realizzati i propri sogni di vita in nuove abitazioni.

La frustrazione delle famiglie è palpabile, e Coccia ha espresso la sensazione di essere stati trascurati dalla politica. “La narrativa comune sembra farci passare come la parte lesa, ma non è così. Siamo noi a subire le conseguenze, non possiamo più aspettare”, ha affermato, evidenziando il profondo senso d’ingiustizia raccolto durante il sit-in.

Le attese dalla politica e il ruolo del Salva-Milano

Nel corso dell’evento, il comitato ha chiesto chiarimenti sulle mosse future da parte delle autorità competenti. La proposta del Salva-Milano, che si prefigge di trovare soluzioni per le famiglie a rischio, è stata accolta con una certa cautela. Coccia ha posto l’accento sull’importanza di capire se questa iniziativa sia realmente efficace per risolvere i problemi in essere, senza però farsi illusioni su una soluzione semplice o immediata.

Non è mancata l’amarezza, sottolineando come, ancora oggi, alcuni politici non sembrano consapevoli della gravità della situazione. Le domande poste dai rappresentanti politici durante il presidio sono risultate sconfortanti per i partecipanti. La richiesta di maggiori informazioni numeriche sulle famiglie in difficoltà ha lasciato trasparire una mancanza di preparazione sull’argomento, facendo riflettere sul ritardo della politica nel prendere in carico reali problematiche sociali.

Il futuro delle 1.600 famiglie in attesa continua a rimanere nell’incertezza, e le voci unite di chi ha partecipato al presidio rappresentano la volontà di far emergere la loro condizione, affinché nessuno possa più ignorare le difficoltà che stanno vivendo.

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