A ottant’anni dalla liberazione, la città di milano ha scelto di commemorare quattro giovani vittime della resistenza con un murales che racconta la loro storia e il sacrificio subito nel gennaio del 1945. Quel luogo, simbolo di sofferenza e coraggio, diventa un punto di memoria e riflessione per le nuove generazioni, grazie a un progetto che coinvolge istituzioni cittadine, associazioni e l’università Statale.
la fucilazione in piazza occhialini: il sacrificio dei quattro ragazzi
Il 6 gennaio 1945, Giuseppe Bodria, allora sedicenne, insieme a Tullio Di Parti, Orazio Maron e Giancarlo Tunissi, entrambi diciottenni, sono stati prelevati dalla caserma di piazza Novelli a milano. La motivazione era la loro presunta partecipazione alla distribuzione di volantini antifascisti al cinema Pace di corso Buenos Aires. Dopo un periodo di torture, i giovani furono portati in piazza Occhialini e fucilati dal Battaglione Azzurro dell’aeronautica.
un racconto crudo e simbolico
Il racconto dettagliato dell’episodio mostra una crudeltà ormai divenuta emblema degli ultimi mesi della guerra in città. I corpi dei ragazzi furono trovati la mattina successiva sulla neve, accanto al muro ancora segnato dai fori dei proiettili e impregnati di sangue. Questo episodio rappresenta una delle pagine più dure della resistenza milanese, testimoniata oggi da quel muro diventato simbolo della lotta per la libertà.
il murales come testimonianza e strumento di memoria condivisa
Il muro di piazza Occhialini, di proprietà dell’università Statale, è stato trasformato in un murales dedicato ai ragazzi fucilati e a tutti coloro che lottarono contro il nazifascismo. L’iniziativa si inserisce nelle commemorazioni per gli ottant’anni dalla liberazione e vede la collaborazione tra il Comune di milano, l’università, la fondazione Feltrinelli, l’istituto Parri e altre realtà cittadine, tra cui il gruppo OrMe – Orticamemoria, che ha curato la realizzazione artistica insieme a orticanoodles.
parole dalla memoria
Secondo Luca Gibilini, delegato al coordinamento di “Milano è Memoria“, l’azione rappresenta un lavoro collettivo che coinvolge tutta la comunità. Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale, ha sottolineato la rilevanza di questo tipo di iniziative nella promozione della memoria storica. Il murales non ripercorre solo l’evento tragico ma rimanda anche al gesto simbolico compiuto l’8 marzo 1945 da ‘la Gianna‘, partigiana e madre di uno dei ragazzi uccisi, che mise fiori e volantini nei fori dei proiettili per ricordare la loro lotta.
il ruolo delle istituzioni e delle associazioni nella diffusione della memoria storica
La commemorazione di piazza Occhialini rientra in una più ampia strategia di coinvolgimento cittadino e educativo. Oltre al murales, l’università Statale ha messo a punto una mappa cartacea e digitale che segnala i principali luoghi della resistenza a milano. Questo strumento mira a facilitare la visita e la conoscenza diretta dei luoghi testimoni di quegli anni.
memoria come resistenza
Silvia Romani, responsabile Public Engagement dell’ateneo, ha evidenziato l’importanza di questi luoghi per ricordare cosa significhi mantenere viva la memoria storica. Per i giovani, il ricordo diventa così il primo atto di resistenza e un modo per capire la libertà con i suoi sacrifici. All’interno di questo filone, Associazioni come l’Anpi milanese, rappresentata da Primo Minelli, promuovono momenti di riflessione e iniziative pubbliche per evitare che la storia venga travisata o dimenticata.
tensioni sociali e richiami alla responsabilità in vista delle commemorazioni di aprile
Mentre la città si prepara alla grande festa di quartiere annunciata per maggio, emergono però preoccupazioni per la tenuta civile durante le manifestazioni previste nel quartiere. Caterina Antola, presidente del municipio, ha lanciato un appello a vigilare, ricordando il rischio di presenze che evocano il saluto romano e simboli legati al passato fascista.
In particolare, ci si riferisce agli eventi tradizionali del 29 aprile, dedicati al ricordo di figure come Carlo Borsani, Sergio Ramelli e Enrico Pedenovi. La richiesta da più parti è di impedire che manifestazioni di natura nostalgica o provocatoria si svolgano indisturbate, con controlli adeguati e condanne ferme.
tra memoria e vigilanza
In questo contesto, la città si sforza di tutelare uno spazio pubblico e di memoria, contro forme di revisione storica che potrebbero alimentare tensioni anziché favorire comprensione e rispetto. Le iniziative per gli ottant’anni dalla Liberazione rappresentano un momento cruciale per mantenere alto il livello di consapevolezza sui valori antifascisti che hanno segnato la storia di milano.