Il 25 aprile a Napoli è stato segnato non solo dalle celebrazioni della festa della liberazione, ma anche da una manifestazione che ha unito diverse realtà cittadine. Movimenti sociali, gruppi studenteschi e organizzazioni di disoccupati si sono dati appuntamento in piazza Garibaldi per ribadire principi legati alla resistenza e per esprimere dissenso su temi di attualità come il decreto sicurezza, la spesa militare e la situazione in Palestina.
La mobilitazione in piazza garibaldi e il contesto storico del 25 aprile
La mattinata del 25 aprile in piazza Garibaldi ha accolto manifestanti con intenzioni chiare: commemorare la liberazione dell’Italia dal nazifascismo ma anche portare avanti slogan e battaglie che interrogano l’attualità politica. La ricorrenza, tradizionalmente dedicata alla memoria della resistenza partigiana, ha assunto a Napoli una dimensione più ampia, dove si è parlato di diritti sociali, politiche governative e conflitti internazionali.
I partecipanti al corteo, provenienti da diversi gruppi sociali, hanno scelto questo luogo simbolico del centro cittadino come punto di partenza, poi hanno attraversato le strade limitrofe, ribadendo la loro presenza e portando avanti le rivendicazioni. Il richiamo ai valori della resistenza non si è limitato a un ricordo statico ma è stato richiamato come stimolo a dire no a provvedimenti percepiti come restrittivi o ingiusti.
I messaggi di protesta: dal decreto sicurezza al finanziamento delle armi
Tra i temi centrali della manifestazione spazio ha avuto una netta opposizione al decreto sicurezza, che molti manifestanti considerano una legge che penalizza le fasce più deboli della popolazione. Il corteo ha sottolineato come, a detta loro, la priorità del governo non dovrebbe essere il controllo crescente ma piuttosto investimenti in servizi essenziali come la sanità e il lavoro.
Un coro particolare ha criticato la scelta di aumentare la spesa militare a discapito di risorse pubbliche fondamentali. “Tagliano la sanità per acquistare armi”, spiegano alcuni presenti, rimarcando la contraddizione fra politiche di austerità sociale e sforzi economici legati alla difesa. Questa posizione si collega a una visione pacifista e al rifiuto della corsa al riarmo, risaltata più volte durante le fasi della manifestazione.
La solidarietà con la causa palestinese e l’antifascismo come linea comune
Un elemento che ha dato carattere unico alla manifestazione napoletana è stata la forte dichiarazione di solidarietà verso la popolazione palestinese, con riferimenti espliciti a quella che i partecipanti hanno definito “una forma di genocidio”. Questo tema ha affiancato la riflessione su problemi interni, unendo dinamiche locali con questioni internazionali e mostrando la capacità della piazza di farsi portavoce di diverse voci.
Il corteo ha anche espresso una posizione netta sull’antifascismo. “La nostra città non si piegherà mai”, hanno scandito più volte i manifestanti, ricordando come il 25 aprile sia un momento di unità contro ogni forma di fascismo, rifiutando divisioni. Chi sostiene posizioni contrarie a questo principio non rientra nella manifestazione, hanno specificato, facendo della resistenza un elemento che restituisce senso al presente.
Il mix tra memoria storica e attivismo contemporaneo ha caratterizzato l’evento, rendendo la ricorrenza più di un anniversario. Il corteo, attraversando il cuore di Napoli, ha richiamato l’attenzione su problemi urgenti con determinazione e coordinamento, offrendo una giornata complessa, ricca di segnali e testimonianze dal campo della politica e della società napoletana.