Il tribunale di pavia ha aperto oggi un procedimento importante che riguarda presunte irregolarità politiche e imprenditoriali a vigevano, in provincia di pavia. Otto persone rischiano il rinvio a giudizio per accuse di corruzione, istigazione e falsità legate a eventi che coinvolgono amministratori locali e imprenditori. Il caso ha coinvolto anche un ex europarlamentare della lega e ha riacceso l’attenzione su alcuni meccanismi di potere e clientelismo nel territorio pavese.
Lo svolgimento dell’udienza preliminare e le figure coinvolte
L’udienza preliminare è iniziata oggi presso il tribunale di pavia, ma è stata rinviata a fine maggio, il 21 e 22, per permettere alle parti di decidere sulla possibilità di riti alternativi. Sono otto le persone indicate dalla procura come possibili imputate, con accuse varie che vanno dalla corruzione alla falsità ideologica. Tra loro ci sono nomi pubblici: andrea ceffa, sindaco di vigevano; roberta giacometti, ex consigliera comunale; tre ex dirigenti di asm vigevano ; angelo ciocca, ex europarlamentare della lega; alberto righini, imprenditore edile ed ex presidente provinciale dell’ance pavia insieme alla sua compagna alice andrighetti.
Durante l’udienza, il giudice ha concesso tre settimane per valutare eventuali riti alternativi, mentre alcune parti civili si sono già costituite. Asm vigevano e vigevano distribuzione gas hanno aderito, mentre il comune di vigevano ha scelto di non costituirsi parte civile. Questo dettaglio evidenzia le diverse posizioni assunte dagli enti locali e dagli enti coinvolti nella vicenda.
La ricostruzione dei due filoni d’indagine
Le accuse nascono da due filoni investigativi interconnessi. Il primo riguarda una presunta istigazione alla corruzione ai danni di una consigliera comunale, emersa già nel novembre 2022. Alberto righini, con la collaborazione di angelo ciocca, avrebbe offerto 15mila euro ad emma stepan, tramite il suo convivente luca battista. Questa somma avrebbe dovuto convincere la consigliera e altri 12 membri del consiglio a dimettersi, per provocare la caduta della giunta di centrodestra guidata dal sindaco ceffa. Il tentativo venne respinto; la consigliera e il convivente denunciarono subito l’offerta al sindaco, impedendo così le dimissioni di massa che avrebbero cambiato gli equilibri politici.
Il secondo filone concerne l’ipotesi che il sindaco ceffa abbia garantito un vantaggio economico illecito a roberta giacometti. Per assicurarsi il suo sostegno politico, ceffa avrebbe fatto ottenere alla ex consigliera una consulenza tramite un prestanome all’interno di asm vigevano. Questo incarico, secondo l’accusa, sarebbe stato non necessario e finalizzato solo a garantire un guadagno a giacometti. In questo filone sono coinvolti anche i tre ex dirigenti di asm, accusati di aver partecipato nella vicenda correlata al falso ideologico e alla corruzione.
Le misure restrittive e le conseguenze legali per gli imputati
Attualmente il sindaco andrea ceffa si trova ancora agli arresti domiciliari a causa delle accuse che lo riguardano nella seconda vicenda. Roberta giacometti e i dirigenti di asm non sono più sottoposti a questa misura cautelare, ma hanno ricevuto il divieto temporaneo di esercitare funzioni pubbliche e quindi sono stati sospesi dai loro incarichi. Queste misure mostrano la gravità delle accuse e la volontà della magistratura di limitare l’influenza degli indagati sull’amministrazione locale in attesa dei processi.
La posizione di angelo ciocca, ex europarlamentare, e quella dell’imprenditore righini si inseriscono invece nella dinamica della presunta istigazione alla corruzione, con un ipotetico tentativo di destabilizzare la giunta comunale di vigevano facendo leva su manovre alle spalle del consiglio comunale. I prossimi sviluppi processuali nei prossimi mesi saranno decisivi nell’assegnare le responsabilità e chiarire la correttezza degli atti compiuti dai politici e dagli imprenditori coinvolti.
Le implicazioni per vigevano e la politica locale
L’inchiesta ha scosso la città di vigevano dove si stavano già vivendo momenti delicati legati alla stabilità politica del comune. La cosiddetta “congiura di sant’andrea” resta un episodio emblematico di come dinamiche di potere possano svilupparsi anche a livello locale, con tentativi di manipolare consigli comunali usando pressioni economiche e personali.
Il fatto che in questa vicenda compaiano anche esponenti di rilievo come un europarlamentare e figure note dell’imprenditoria locale dimostra la rete di relazioni e interessi che rischia di interferire con la gestione pubblica. La posizione del comune, che ha scelto di non costituirsi parte civile, è un altro elemento che lascia spazio a interpretazioni sulle tensioni interne e le scelte dell’amministrazione in carica.
L’attesa per l’udienza di maggio cresce, mentre la città osserva con attenzione le mosse degli imputati e le prossime fasi del processo. I riflettori restano puntati su questa vicenda che può avere conseguenze sul futuro politico di vigevano e sul modo in cui la giustizia affronta i casi di corruzione nella pubblica amministrazione.