A pescara, nella mattinata di venerdì 25 aprile 2025, si è svolta un’assemblea spontanea per commemorare l’80º anniversario della liberazione. L’evento, promosso dai Giovani Democratici della provincia di pescara e dalla realtà mediterranea saving humans, ha preso vita prima che la pioggia costringesse all’annullamento della festa prevista al parco ex caserma di cocco nel pomeriggio. Diverse centinaia di persone hanno risposto all’appello e si sono radunate, offrendo parole e testimonianze sul significato attuale di libertà e giustizia.
I promotori e il significato degli interventi iniziali
L’assemblea è stata aperta da due voci autorevoli: silvia sbaraglia, segretaria provinciale dei Giovani Democratici, e vincenzo stuppia, referente di mediterranea saving humans. Entrambi hanno richiamato l’attenzione sui diritti minacciati e sulla necessità di mantenere vivi i principi di libertà, giustizia e solidarietà che animarono la resistenza. Hanno sottolineato come il 25 aprile non sia un momento concluso ma una tappa per rinnovare l’impegno civile.
Parole di silvia sbaraglia
Silvia Sbaraglia ha ricordato come la ricorrenza oggi richiami a una difesa attiva dei diritti civili messi in discussione in molte parti del mondo, pescara inclusa. Ha fatto notare che la festa della liberazione rappresenta un punto di partenza per sviluppare un reale senso di comunità e solidarietà.
L’intervento di vincenzo stuppia
A quel punto, vincenzo stuppia ha posto l’accento sulle condizioni di ingiustizia presenti nel mediterraneo, luogo dove la solidarietà e l’accoglienza diventano atti concreti di resistenza ai pericoli contemporanei.
Entrambi hanno invitato i presenti a non consegnare la liberazione a un ricordo statuario, ma a farla vivere come un processo in corso, da costruire attraverso scelte che riguardano il presente. Questo messaggio ha contribuito a dare valore all’iniziativa e a spingere i partecipanti a riflettere su cosa significhi oggi essere parte di una società libera e giusta.
L’assemblea spontanea e la partecipazione della comunità a pescara
La mattinata a pescara ha visto un gruppo variegato di partecipanti: giovani, donne, anziani, insieme a varie realtà sociali e attiviste. Questo ampio spettro di presenze ha dimostrato l’interesse reale per una commemorazione che andasse al di là della semplice memoria storica. Le persone hanno scelto di incontrarsi liberamente, senza una struttura rigida, dando vita a un momento di riflessione condivisa.
L’atmosfera era caratterizzata da un forte senso di partecipazione civile. Le testimonianze dirette, le parole di riflessione e il confronto hanno permesso di mettere in luce il legame tra i valori nate dalla resistenza e le sfide di oggi. Non si è trattato solo di uno sguardo al passato, ma di una discussione aperta sulle condizioni attuali della società. Le molte voci presenti hanno contribuito a creare un dibattito che ha toccato temi di attualità e di impegno concreto.
La scelta del 25 aprile tra memoria e impegno attuale
La data del 25 aprile rimane una delle più importanti per l’Italia, ma l’assemblea di pescara ha voluto mostrarne una lettura che supera l’aspetto commemorativo. L’evento ha posto l’accento sulla necessità di rinnovare la lotta contro qualsiasi forma di ingiustizia e oppressione. Non a caso, la presenza di ambienti come mediterranea saving humans ha dato risalto al tema dell’accoglienza e dei diritti umani.
Il messaggio principale è stato chiaro: la liberazione non è un traguardo già raggiunto ma un processo continuo. Anche in una città come pescara, dove la storia della resistenza si intreccia con nuove sfide sociali, la libertà richiede sempre attenzione e azioni concrete. La pioggia che ha rinviato la festa nel pomeriggio non ha spento la voglia di incontrarsi e celebrare, anzi ha evidenziato l’urgenza di portare avanti le riflessioni emerse.
Questa giornata ha ricordato che i valori della resistenza restano attuali e costringono a un continuo impegno collettivo. Nel 2025, con i diritti sotto pressione e migliaia di persone in movimento, il ricordo della liberazione si fa monito per costruire una società più giusta, a partire dal territorio e dalle persone che lo abitano.