A Roma c'è un locale che in un attimo fa tornare tutti bambini: affollato da romani e turisti offre un'esperienza indimenticabile

A Roma c’è un locale che in un attimo fa tornare tutti bambini: affollato da romani e turisti offre un’esperienza indimenticabile

Questo bar situato in questa zona fa tornare bambini anche gli adulti Questo bar situato in questa zona fa tornare bambini anche gli adulti
Bar a San Giovanni Laterano (Gaeta.it)

In un’epoca dominata dalla tecnologia e dai social media, dove le interazioni umane sono spesso mediate da uno schermo, questo locale rappresenta una boccata d’aria fresca.

Nel cuore pulsante di Roma, tra le storiche basiliche di San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme, esiste un luogo che non solo è diventato un punto di incontro per gli amanti del Subbuteo, ma rappresenta anche un affascinante microcosmo di socialità transgenerazionale. Questo angolo di romanità è il bar “The Subbuteo Museum”, un locale che in pochi anni è riuscito a ritagliarsi un ruolo speciale nel tessuto sociale della città eterna.

Un santuario per gli appassionati di Subbuteo

Il bar “The Subbuteo Museum” non è un semplice locale dove bere un caffè o gustare un tramezzino. È un vero e proprio santuario dedicato al Subbuteo, il gioco da tavolo che ha infiammato le passioni di generazioni di ragazzi e adulti dai lontani anni ’70. Franco Esposito, affettuosamente noto come “Francao”, è l’anima dietro questa iniziativa. La sua passione per il Subbuteo è nata nella sua infanzia e, dopo essere stata accantonata per anni, è riemersa con vigore, portandolo a trasformare il suo bar in un punto di ritrovo per i subbuteisti di tutta Roma e non solo.

Ogni sabato mattina, il marciapiede di fronte al bar si anima di vita. I tavoli da Subbuteo vengono allestiti all’aperto, le miniature delle squadre vengono disposte con cura sul tappeto verde, pronte per sfidarsi in partite che rievocano la magia del calcio giocato con le dita. Questa atmosfera vivace non è solo una celebrazione di un gioco, ma rappresenta un ritorno alla vita di quartiere, un modo per rivivere la socialità genuina e disinteressata che caratterizzava le strade di Roma decenni fa.

Francao, con il suo bar, ha creato un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. L’arredamento e l’atmosfera ricordano le epoche passate, quando la vita era più semplice e le relazioni personali erano al centro della vita sociale. Non c’è alcuna insegna vistosa a indicare la presenza del bar, ma chiunque cerchi “The Subbuteo Museum” su Google Maps troverà un punto di riferimento per appassionati e curiosi.

E' possibile intrattenersi giocando partite di subbuteo fuori dal bar
Subbuteo al bar (Gaeta.it)

Il bar di Francao non è solo un luogo per giocare. È un simbolo di inclusività e condivisione. Le partite sono aperte a tutti, senza alcuna necessità di consumare. “Se vogliono prendersi un caffè o un tramezzino bene, altrimenti qui chiunque può venire a giocare totalmente gratis”, sottolinea Francao. Questa apertura ha permesso di creare un ambiente unico, dove giovani e anziani si incontrano, giocano e condividono storie ed esperienze, unendo generazioni diverse sotto la comune passione per il Subbuteo.

La storia di Francao e del suo bar è un esempio di come una passione personale possa trasformarsi in un fenomeno sociale capace di attrarre non solo i residenti del quartiere, ma anche turisti e visitatori da ogni parte del mondo. Molti di loro, incuriositi dalle voci su questo angolo nascosto di Roma, vengono a scoprire un pezzo di cultura popolare che va oltre il semplice gioco.

Un respiro di socialità autentica

Qui, le persone si incontrano faccia a faccia, condividono risate e momenti di competizione amichevole, riscoprendo la bellezza della socialità diretta e autentica. Il bar di Francao è molto più di un semplice punto di ritrovo per giocatori di Subbuteo. È un esempio di come una semplice passione possa diventare il fulcro di una comunità, un luogo dove il passato e il presente si fondono, regalando a chiunque lo visiti un’esperienza che li fa tornare bambini, almeno per un po’.

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