A trent'anni da 'Novecento': un monologo che continua a emozionare gli spettatori

A trent’anni da ‘Novecento’: un monologo che continua a emozionare gli spettatori

Il monologo ‘Novecento’ di Alessandro Baricco torna al Piccolo Teatro di Milano, celebrando tre decenni di successi e l’eredità dell’attore Eugenio Allegri, con nuove interpretazioni e collaborazioni teatrali.
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A trent'anni da 'Novecento': un monologo che continua a emozionare gli spettatori - Gaeta.it

Il monologo ‘Novecento’, scritto da Alessandro Baricco nel 1994, è diventato un classico della scena teatrale italiana e internazionale. Dopo tre decenni di successi, l’opera torna a risplendere al Piccolo Teatro di Milano, precisamente sul prestigioso palcoscenico del Teatro Strehler. Questo evento è un’importante occasione per celebrare la trasformazione e la diffusione di una storia che ha toccato il cuore del pubblico. Le scuole di teatro parteciperanno anche lunedì, offrendo l’opportunità a studenti e giovani attori di leggere brani tratti dall’opera, un momento di collaborazione e apprendimento sotto la guida esperta di Gabriele Vacis.

Un viaggio di emozioni con Eugenio Allegri

Eugenio Allegri ha avuto un ruolo cruciale nella storia di ‘Novecento’. L’attore, scomparso nel 2022, ha interpretato il personaggio principale per anni, rendendolo un’icona del teatro contemporaneo. Sotto la regia di Vacis, Allegri ha portato lo spettacolo a oltre 700 repliche, segnando un record che rimane impresso nella memoria collettiva. Da un’interruzione nel 2001, con 315 spettacoli, fino al suo clamoroso ritorno nel 2007, il legame tra Allegri e ‘Novecento’ è stato indissolubile. Il testimone di questo viaggio emozionante è passato a Corrado D’Elia, ma anche Alessandro Baricco ha sentito la necessità di affrontare nuovamente il testo, aggiungendo una nuova dimensione alla sua creazione.

Molti altri talentuosi attori hanno contribuito a rendere ‘Novecento’ parte del patrimonio teatrale italiano. Da Stefano Migliorini, che ha accumulato circa 500 repliche, a Antonello Avallone, e passando per l’interpretazione femminile di Cinzia Damassa, la multifacetedità di ‘Novecento’ ha trovato espressione nelle mani di diversi artisti. Ogni interpretazione ha saputo aggiungere un tassello unico e personale a questa storia che continua a ispirare generazioni.

Il successo cinematografico e le sue derivazioni

Il film ‘La leggenda del pianista sull’oceano’, diretto da Gabriele Salvatores nel 1998, ha contribuito a rendere ‘Novecento’ un fenomeno di vasta portata. Con Tim Roth nel ruolo principale, la pellicola ha portato la storia di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento a un pubblico ancora più vasto. Mentre il monologo teatrale si concentra su una narrazione intima, il film ha espanso il racconto, introducendo personaggi che nel testo originale non compaiono, come una donna misteriosa e un trombettista jazz. Queste scelte artistiche hanno ampliato l’orizzonte narrativo, dando vita a nuove interpretazioni del monologo.

Non solo il cinema ha abbracciato ‘Novecento’; il mondo della musica ha visto anche brani ispirati all’opera. Il famoso cantautore Edoardo Bennato, nel 1998, ha pubblicato ‘Sempre in viaggio sul mare’, una canzone che trae ispirazione dall’universo di Novecento, sigillando ulteriormente il legame tra letteratura, musica e teatro. Anche il mondo del fumetto ha reso omaggio a questo capolavoro, tramite una storia pubblicata nel settimanale ‘Topolino’, dimostrando l’impatto di Novecento su più livelli di cultura popolare.

L’essenza di Novecento: una vita a bordo

Danny Boodmann T.D. Lemon, il protagonista dell’opera, non scenderà mai dalla nave Virginian. Abbandonato all’interno di un pianoforte, vive la sua esistenza sospeso tra due mondi: quello del mare e quello dei passeggeri che passano. Un viaggio solitario che, attraverso le note del pianoforte, gli permette di connettersi con le storie, i sogni e le paure altrui. Navigando tra la vita dei miliardari e quella degli emigranti, Danny diventa un simbolo dell’intensa ricerca di contatto umano e di identità.

Nel racconto di Dagli altri passeggeri, emerge l’essenza di Novecento: un uomo che teme il mondo esterno e la complessità della vita. Baricco, nella sua opera, esplora questo sentimento di paura e meraviglia, paragonando l’infinità delle esperienze umane ai tasti limitati di un pianoforte. La tensione tra l’immaginazione e la realtà è palpabile: mentre i tasti sono 88 e ben definiti, il mondo esterno sembra infinito e insormontabile. Queste riflessioni trovano risonanza con lo spettatore, creando un legame profondo e significativo.

Il ritorno di Baricco al teatro

Alessandro Baricco ha condiviso la sua visione sull’opera dichiarando che la scrittura di ‘Novecento’ non sarebbe soltanto un testo teatrale, ma piuttosto un racconto da interpretare. Dopo vent’anni di rappresentazioni in tutto il mondo, Baricco sente l’urgenza di tornare alla sua voce originale, reinterpretando il suo monologo attraverso una lettura più intima, supportata da musiche originali di Nicola Tescari. Questa nuova veste, senza una scenografia elaborata, si concentra sull’essenza narrativa, cercando di riportare il pubblico a quell’intimità che ha reso famoso ‘Novecento’.

L’opera ha trovato spazio anche su Rai 3, confermando ancora una volta la sua attualità e il suo appeal permanente. Nella sua nuova forma, ‘Novecento’ si rivela non solo come una celebrazione della storia di un uomo e della sua musica, ma come un viaggio nella memoria collettiva di una generazione che continua a cercare il senso di appartenenza e identità nei racconti che ascolta. Quest’opera continua a essere attualissima e pronta a catturare nuovi pubblici, rimanendo saldamente ancorata alla tradizione teatrale, pur evolvendosi con i tempi.

Ultimo aggiornamento il 15 Dicembre 2024 da Sara Gatti

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