Nel contesto della lunga guerra in Ucraina, iniziata due anni e mezzo fa, diversi gruppi stanno lottando per restituire ai più giovani la possibilità di una vita normale. Con l’avvio dell’anno scolastico il 2 settembre, a Zaporizhzhia, a pochi chilometri dal fronte, un rifugio parrocchiale diventa la sede della prima classe di un istituto cattolico. Don Roman Vovk, ideatore del progetto, commenta l’obiettivo di riportare in aula 25 bambini, finalmente insieme a un insegnante in carne e ossa. Questo nuovo capitolo rappresenta solo il primo passo verso una rinascita educativa.
La scarsità di opportunità scolastiche in tempo di guerra
Il contesto educativo ucraino
La situazione scolastica in Ucraina è stata drammaticamente influenzata dalla pandemia di Covid-19 e, successivamente, dalla guerra. Prima dell’invasione russa, molti bambini avevano già dovuto adattarsi a un sistema di insegnamento online, che ha reso difficile la socializzazione e il rafforzamento delle relazioni interpersonali. Oggi, la necessità di un’istruzione in presenza diventa ancora più urgente; per molti, tornare a scuola significa riconquistare un pezzo di normalità. Con l’anno scolastico che si avvicina, in particolare, il pensiero di tornare sui banchi di scuola è colmo di significato.
La risposta della comunità locale
Malgrado le difficoltà, la comunità di Zaporizhzhia ha compiuto sforzi notevoli per ripristinare un ambiente educativo. L’inaugurazione della Scuola Cattolica di Don Bosco, avvenuta il 17 agosto 2024 grazie alla presenza di monsignor Maksym Ryabukha, segna un passo cruciale in questa direzione. L’idea, concepita da don Roman Vovk, si è concretizzata in seguito alle richieste dei genitori di offrire ai loro figli un’istruzione che non fosse limitata agli schermi. La scelta di avviare un progetto educativo in un contesto così complesso è stata vista come un atto di resilienza e speranza.
La valorizzazione della socializzazione tra i bambini
Il bisogno di interagire
Don Roman Vovk ha condiviso un aneddoto che racconta l’assenza di interazione fra i bambini: due ragazzi, pur avendo frequentato la stessa classe online per due anni, non si erano mai incontrati di persona. Questa situazione evidenzia l’importanza dell’interazione sociale nel percorso educativo. Grazie all’apertura della nuova classe, 25 bambini avranno l’opportunità di apprendere in un ambiente sicuro, affiancati da un insegnante, e di costruire legami tra loro attraverso l’apprendimento condiviso.
Le offerte educative
Don Roman ha descritto le numerose attività proposte nel centro per bambini della parrocchia, che comprende corsi di musica, danza, arte e sport, coinvolgendo oltre quattrocento partecipanti. Questa varietà di iniziative non solo offre ai bambini un’opportunità di apprendimento, ma aiuta anche a colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di una vita scolastica tradizionale. I genitori, ansiosi di rivedere i propri figli impegnati in attività significative, hanno contribuito al successo della nuova scuola.
La sfida della costruzione di una scuola cattolica
Un progetto a lungo termine
L’idea di una scuola cattolica completa a Zaporizhzhia è una visione che don Roman Vovk desidera perseguire con determinazione. Il progetto non si limita all’apertura di un’unica classe, ma si propone di garantire un’istruzione completa, partendo dall’asilo fino a livelli scolastici superiori. Nonostante le difficoltà economiche e le minacce costanti della guerra, don Roman e la sua comunità stanno pianificando la costruzione di un’istituzione educativa che possa rispondere ai bisogni delle famiglie e garantire un futuro migliore ai bambini.
Un impegno coraggioso
Le risposte di incredulità da parte di alcuni membri della comunità riguardo alla costruzione della scuola non hanno dissuaso don Roman. Egli ha sottolineato la necessità di garantire un’istruzione di qualità non solo nel presente, ma anche per un futuro stimolante per i giovani. La distruzione di numerose istituzioni educative complica ulteriormente la situazione, rendendo sempre più urgente la costruzione e la riqualificazione degli spazi scolastici. Il sacerdote è convinto che il viaggio verso la ricostruzione educativa sia fondamentale e inevitabile.
La resistenza delle famiglie e il sostegno comunitario
Migrazione e stabilità
La situazione demografica a Zaporizhzhia è in continua evoluzione a causa delle conseguenze della guerra. Sebbene molte famiglie siano scappate, altre provenienti dalle zone occupate si sono trasferite nella città in cerca di sicurezza. Questo fenomeno ha creato un mix di esperienze e necessità educative differenti, e gli sforzi di don Roman e della comunità mirano a fornire supporto alle nuove generazioni.
Gli effetti psicologici della guerra
Molti bambini presentano reazioni forti alle esplosioni e ai rumori forti, ma ci sono anche segnali di resilienza. Don Roman ha notato differenze nel modo in cui i giovani affrontano le difficoltà, e ha espresso preoccupazione per il loro benessere emotivo in un contesto di instabilità. La guerra ha lasciato cicatrici visibili e invisibili, e ciò rende ancora più importante offrire loro spazi dove possano sentirsi al sicuro.
Don Roman, attivamente impegnato nella comunità, ha fatto della sua missione quella di essere presente e ascoltare. Il suo ministero si basa sulla condivisione e sul supporto reciproco, dando attenzione alle necessità di tutti, con particolare riguardo per i bambini. La costruzione di legami e la realizzazione di attività positive rappresentano le sue priorità.
La vocazione di don Roman Vovk
Un lungo percorso di servizio
La storia di don Roman è segnata da un continuo impegno al servizio della comunità ucraina. Giunto a Donetsk nel 2001, ha assistito alle difficoltà della popolazione locale e ha scelto di restare anche di fronte ai conflitti. Dopo aver trascorso un periodo in diverse città, si è stabilito a Zaporizhzhia, dove ha continuato a operare cercando di rispondere alle esigenze spirituali e pratiche delle famiglie.
La decisione di rimanere
Nonostante il contesto difficile, don Roman ha deciso di rimanere nella città per fornire un aiuto tangibile alle persone intorno a lui. La sua famiglia, che aveva inizialmente lasciato Zaporizhzhia, è tornata per sostenere l’impegno di don Roman. Questo gesto colma un legame familiare e comunitario, essenziale in un periodo segnato dalla crisi.
Il lavoro di don Roman Vovk rappresenta un faro di speranza per molti bambini e famiglie di Zaporizhzhia, un esempio di come, anche in tempo di guerra, la determinazione e la solidarietà possano creare opportunità per un futuro migliore. Il frutto di questi sforzi si vedrà non soltanto nel presente, ma anche nelle generazioni che seguiranno, quando finalmente si potrà guardare al domani con una nuova prospettiva.