A Senigallia, lungo il lungomare Da Vinci, una struttura composta da trentasei camere, dotate di posti letto, bagni, cucina e sale comuni, giace in stato di abbandono da anni. Questa situazione è stata denunciata da attivisti dello Spazio Autogestito Arvultùra, che sollecitano l’Amministrazione comunale a riutilizzare questi locali di proprietà pubblica per affrontare l’emergenza abitativa che attanaglia la città . L’idea è quella di rimettere in funzione gli spazi, che fino a poco tempo fa erano gestiti dalla Uisp cittadina, per offrire risposte concrete ai cittadini in difficoltà .
L’emergenza abitativa a Senigallia
Il contesto abitativo a Senigallia è critico. Molti residenti si trovano a lottare contro l’aumento vertiginoso dei costi degli affitti e la difficoltà nel trovare alloggi accessibili. In questo scenario, l’abbandono di spazi pubblici offre un’opportunità di recupero che potrebbe alleviare parte di queste tensioni. Gli attivisti di Arvultùra, consapevoli di questa realtà , hanno avviato una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto all’abitare e sull’importanza di riutilizzare strutture pubbliche.
La denuncia ha portato a un’immediata mobilitazione da parte dei membri del gruppo che hanno documentato attraverso un video le condizioni in cui versano gli spazi abbandonati. La struttura, di proprietà del demanio terrestre, è dismessa dal 2017 e, secondo gli attivisti, potrebbe essere recuperata e riadattata in tempi rapidi attraverso il contributo di fondi statali, come il Pnrr.
Il ruolo dell’amministrazione comunale
La questione è ora nelle mani del sindaco Olivetti e della sua amministrazione, chiamati a rispondere alle istanze dei cittadini. Gli attivisti chiedono chiarimenti su eventuali programmi di ristrutturazione e rilascio di fondi per ripristinare i locali e renderli nuovamente operativi. Il ripristino della Colonia Marina ex-Gil rappresenterebbe non solo una soluzione per l’emergenza abitativa, ma anche un segnale di attenzione verso il benessere collettivo, contro la speculazione e il predominio del mercato immobiliare privato.
L’importanza di una gestione pubblica di questi spazi è sottolineata dagli stessi attivisti, i quali sostengono che una proprietà comunale garantisca interessi collettivi piuttosto che privati. Questo approccio potrebbe attutire gli effetti nocivi delle dinamiche di mercato che spesso penalizzano le fasce più vulnerabili della popolazione.
La proposta di recupero e i benefici attesi
Il gruppo Arvultùra ha individuato vari vantaggi legati al recupero di questi locali. Non si tratterebbe soltanto di un’azione di soccorso per le famiglie in difficoltà , ma anche di un passo verso una sostenibilità ambientale. Riutilizzare strutture già esistenti contribuirebbe a limitare il consumo di suolo e a concentrare le risorse su soluzioni che possano rispondere a criticità a lungo termine. Questo approccio mira a evitare il lucro delle imprese private alimentato dalla crisi abitativa, fornendo invece una rete di supporto alle persone.
Corollario a questa campagna è stata l’iniziativa di esporre striscioni di denuncia per reintrodurre il contributo affitto che possa contrastare il rischio di ulteriori speculazioni edilizie. La pressante richiesta dei cittadini e degli attivisti si fa sempre più forte, nel tentativo di trasformare spazi abbandonati in opportunità reali per la comunità . I prossimi passi dell’Amministrazione comunale saranno quindi cruciali per definire un nuovo destino per questi locali e per la città nel suo complesso.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Marco Mintillo