La recente approvazione del disegno di legge delega da parte dell’Aula di Palazzo Madama rappresenta un passo significativo verso l’abolizione del numero chiuso per i corsi di laurea in Medicina. Questa riforma, che modifica radicalmente la modalità di accesso, capita in un momento critico per le istituzioni accademiche italiane. Gli aspiranti medici potranno finalmente iscriversi senza dover affrontare la tradizionale selezione basata sui test d’ingresso, una pratica che ha caratterizzato gli ultimi 25 anni.
I punti salienti della riforma
Il nuovo disegno di legge ribalta le dinamiche d’accesso al corso di Laurea in Medicina seguendo le linee già tracciate dalla commissione Istruzione di Palazzo Madama. Gli studenti non dovranno più passare attraverso la “lotteria” dei test d’ammissione, che per lungo tempo hanno ostacolato l’accesso alla professione medica. Quest’anno, i quiz si svolgeranno in forma cartacea e nazionale, dopo la controversa decisione del Ministero dell’Università e della Ricerca di eliminare i test Tolc-Med online. L’inclusione di un decreto delegato che determinerà in che modo gli studenti accederanno al secondo semestre di studi introduce un nuovo sistema di selezione basato su esami fondamentali in ambito biomedico.
Come si accederà al secondo semestre
La riforma prevede un trimestre iniziale di studi in cui gli studenti affronteranno esami condivisi tra diverse facoltà, fra cui quelle biomediche, veterinarie e farmaceutiche. Solo coloro che supereranno tutti gli esami programmati potranno essere inclusi in una graduatoria nazionale unica. Questa graduatoria stabilirà chi avrà diritto a proseguire gli studi nel secondo semestre, tenendo conto della disponibilità dei posti. Coloro che non riusciranno ad accedere al secondo semestre potranno orientarsi verso corsi affini, mantenendo i crediti già acquisiti.
L’aspetto cruciale da chiarire, quindi, sarà come il Ministero dell’Università vorrà determinare l’accesso alla graduatoria. Si discuterà se utilizzare un nuovo test nazionale di selezione o fare affidamento sulla media dei voti degli esami superati.
Le novità introdotte in commissione
Un emendamento recente, approvato in commissione, prevede che il numero degli studenti iscritti al primo semestre venga stabilito in base alla capienza delle università e alla disponibilità di risorse. Questo passaggio è particolarmente rilevante, considerando che molti atenei italiani operano già con spazi e risorse limitate. È stata avanzata anche una proposta che suggerisce di sottolineare il legame tra il numero di iscritti e le specializzazioni sanitarie, facendo riferimento ai deficit organici nel Sistema Sanitario Nazionale.
Inoltre, ci sono novità significative riguardo alle iniziative di orientamento. Le attività di orientamento in collaborazione con gli ordini professionali verranno integrate nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento . I corsi di preparazione per Medicina, infine, saranno considerati extra-curriculari, svolgendosi in orari pomeridiani.
L’incognita dei tempi
Nonostante i progressi realizzati, rimane aperta la questione dei tempi di attuazione della riforma. Il disegno di legge passerà ora alla Camera per il secondo vaglio. La rapidità dell’iter legislativo sarà cruciale per capire se la riforma potrà entrare in vigore già dal prossimo anno accademico 2025/26. Tuttavia, affinché ciò avvenga, è necessario che entro la primavera vengano emanati anche i decreti legislativi attesi dal Ministero dell’Università, sui quali dovranno esprimersi le commissioni parlamentari competenti.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Laura Rossi