L’agenzia nazionale della sanità ha presentato un rapporto allarmante sulla gestione delle aziende sanitarie in Abruzzo, evidenziando dati preoccupanti riguardanti Chieti, Pescara e Teramo. Queste strutture sanitarie affliggono la regione con performance decisamente al di sotto degli standard minimi, a fronte di una crisi finanziaria e gestionale ormai conclamata. Le osservazioni contenute nel report non solo pongono l’accento sulla già difficile situazione, ma illuminano anche un panorama in cui le necessità di cambiamenti radicali diventano sempre più urgenti.
La fotografia della sanità abruzzese
Il recente report di Agenas ha rivelato una situazione critica per le aziende sanitarie pubbliche in Abruzzo, con una performance che le colloca tra le peggiori a livello nazionale. Le analisi condotte hanno preso in considerazione un ampio campione di 110 aziende territoriali e 51 ospedaliere, valutando vari indicatori su più fronti, come prevenzione e gestione economica. I risultati indicano un deficit strutturale in quasi tutte le aree analizzate, testimonianza di anni di scelte gestionali discutibili. Le ASL di Chieti, Pescara e Teramo faticano a soddisfare i parametri minimi richiesti, evidenziando gravi difficoltà non solo per quanto riguarda l’accesso ai servizi, ma anche per la qualità degli stessi. La mortalità territoriale e la capacità di risposta alle emergenze sanitarie sono sotto la lente d’ingrandimento, comportando preoccupazioni non avvertite solo a livello locale, ma anche nazionale.
Critiche e responsabilità
Silvio Paolucci, capogruppo del Partito Democratico, ha denunciato la situazione con toni forti, evidenziando che i dati presentati non rappresentano solo un campanello d’allarme, ma confermano il fallimento di una gestione che dura ormai da sei anni. Nonostante il commissariamento dei dirigenti da parte della Regione, molti di loro sono stati lasciati al loro posto, generando un paradosso inquietante in cui chi ha contribuito a questa crisi continua a mantenere il proprio ruolo. L’esame di Agenas ha svelato non solo la miseria delle performance, ma anche l’inefficacia di strategie che sembrano privilegiare l’austerità rispetto alle reali necessità del sistema sanitario. Le azioni di contenimento dei costi non hanno comportato migliorie per gli utenti, colpendo direttamente le prestazioni erogate.
Le prospettive per il futuro
Secondo le elaborazioni dei dati, il 2024 si profila come un anno ancor più difficile per la sanità abruzzese, con deficit previsti notevolmente superiori a quelli attuali. È evidente che le misure implementate fino ad oggi non hanno prodotto cambiamenti significativi. Paolucci sottolinea come non sia sufficiente ricorrere a pratiche contabili per risolvere problemi radicati e complessi. Anzi, appare chiaro che il sistema sanitario abruzzese ha bisogno di investimenti, ristrutturazione e piani strategici più efficaci per affrontare una crisi che si è protratta nel tempo. Le sfide sono enormi e richiedono una dose significativa di coraggio politico per essere affrontate in modo serio e risolutivo.
La risposta della regione
Finora, la risposta della Regione Abruzzo alle criticità sollevate nel report sembra inadeguata e superficiale. Gli abitanti si trovano a fronteggiare servizi sanitari inadeguati, mentre la gestione continuativa della crisi appare fatta di promesse non mantenute e soluzioni temporanee. Le misure proposte, per ora, non sembrano allineate alle reali necessità di una popolazione che merita accesso a cure di qualità. Ogni giorno che passa senza interventi sostanziali fa crescere il discontento nei confronti di una sanità che, anziché migliorare, appare sempre più distante dalle aspettative dei cittadini abruzzesi.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Sara Gatti