Il settore agricolo in Abruzzo sta affrontando una fase di declino che solleva preoccupazioni sia a livello regionale che nazionale. Con un’ampia panoramica sulla situazione attuale, emerge un quadro complesso in cui le aziende agricole sono sempre più a rischio di scomparsa. Nonostante l’importanza del comparto, rappresentando il 17% delle imprese attive della regione, il numero di aziende è in calo. La Confederazione degli Agricoltori di Chieti-Pescara denuncia la necessità di interventi strutturali per garantire la sopravvivenza e la competitività di questo essenziale settore dell’economia abruzzese.
Dati allarmanti sul numero di imprese agricole
L’anno 2024 si chiude con un bilancio preoccupante per le imprese attive in Abruzzo: su 144.289 registrate, 123.150 risultano operative. Di queste, il 17% appartiene al settore agricolo, una percentuale significativamente superiore alla media nazionale del 12%. Tuttavia, i dati raccontano una storia di decrescita. Infatti, dal 2023 al 2024 si è registrata una perdita del 2,6% di attività agricole, traducendosi in 653 aziende in meno. Questo decremento si inserisce in un trend già negativo, che nel 2022 ha visto uscire dal mercato altre 486 aziende.
Le province di Teramo e Chieti sono quelle maggiormente colpite, con un abbattimento del 3% delle imprese agricole, mentre L’Aquila ha vissuto una diminuzione più contenuta. Questi numeri non sono solo freddi dati statistici; rappresentano una crisi che ha ripercussioni dirette sulle comunità locali, sull’occupazione e sull’economia della regione. Il calo di imprese agricole è frutto di molteplici fattori, dai costi crescenti delle materie prime a condizioni climatiche avverse, fino alla forte concorrenza dei mercati esteri.
Le richieste della Cia per un rilancio effettivo
Domenico Bomba, presidente della Cia di Chieti-Pescara, ha sottolineato l’urgenza di un intervento strutturale che possa invertire il trend negativo. Tra le proposte avanzate ci sono incentivi volti alla modernizzazione delle aziende agricole, una gestione più oculata dei costi delle materie prime e programmi di formazione dedicati ai giovani. L’obiettivo è quello di incentivare nuove generazioni a entrare nel mondo agricolo, dotandole di competenze adeguate per affrontare una realtà in costante evoluzione.
In particolare, la Cia evidenzia la necessità di sviluppare strategie nella valorizzazione delle produzioni locali, un aspetto essenziale per accrescere la competitività delle aziende abruzzesi nei mercati. Secondo Bomba, è cruciale un’azione coordinata tra istituzioni e operatori del settore per garantire un sostegno concreto e duraturo all’agricoltura locale. Questo non solo aiuterebbe a contenere la crisi, ma permetterebbe anche di rafforzare una delle colonne portanti dell’economia regionale.
Il futuro del settore agricolo in Abruzzo
L’agricoltura rappresenta da sempre il “cuore pulsante” della regione Abruzzo, una realtà fatta di tradizioni, cultura e prodotti di alta qualità. Tuttavia, la crisi attuale mette a rischio non solo migliaia di aziende, ma anche l’intero sistema sociale ed economico che queste sostengono. Bomba avverte che, senza un piano di rilancio robusto, il futuro dell’agricoltura in Abruzzo potrebbe risultare compromesso.
È fondamentale agire ora, mettendo al centro gli agricoltori e le loro esigenze. Solo così si potrà garantire una transizione verso pratiche più innovative e sostenibili, in grado di affrontare le sfide del mercato. Il settore deve ricevere strumenti adeguati per poter ripartire, difendendo la qualità e l’autenticità dei prodotti agricoli abruzzesi, caratterizzati da un forte legame con il territorio e le sue risorse.