Abruzzo: nuovi centri per la raccolta delle carni di selvaggina con un investimento di 450mila euro

Abruzzo: nuovi centri per la raccolta delle carni di selvaggina con un investimento di 450mila euro

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Abruzzo: nuovi centri per la raccolta delle carni di selvaggina con un investimento di 450mila euro - Gaeta.it

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo ha recentemente annunciato l’apertura di un bando per la creazione di Centri di sosta e raccolta delle carni di selvaggina. Questo interessante progetto, destinato a supportare la filiera venatoria della regione, prevede un investimento complessivo di 450mila euro. La misura è parte delle azioni messe in atto per affrontare la problematica della peste suina africana, attraverso il coordinamento tra vari enti e un impegno istituzionale volto a garantire la salute degli animali e la sicurezza alimentare.

Nuova strategia per la gestione della selvaggina

I centri di sosta e raccolta

I nuovi Centri di sosta e raccolta delle carni di selvaggina rappresentano un passo significativo verso la valorizzazione della risorsa venatoria in Abruzzo. Il bando pubblicato dall’Assessorato all’Agricoltura ha l’obiettivo di strutturare una rete di punti di raccolta distribuiti sul territorio degli ATC . Tali centri non solo faciliteranno la gestione delle carni di selvaggina, ma contribuiranno anche a garantire standard igienico-sanitari elevati in tutto il processo produttivo.

La creazione di queste strutture è un passo fondamentale per trasformare la selvaggina in un prodotto alimentare di qualità, capace di rispondere alle esigenze del mercato. Inoltre, il nuovo sistema di raccolta e lavorazione delle carni permetterà di stabilire un percorso chiaro dalla caccia fino alla distribuzione, assicurando una tracciabilità completa del prodotto.

Il ruolo del Gruppo Operativo Territoriale

Il Gruppo Operativo Territoriale Abruzzo, recentemente costituito e coordinato dal Servizio Veterinario del Dipartimento regionale Sanità, ha già avviato una serie di riunioni strategiche. Questi incontri sono finalizzati a monitorare la situazione sanitaria degli animali selvatici e a garantire un’efficace implementazione delle misure previste per il controllo della peste suina africana. La collaborazione tra i vari enti coinvolti è essenziale per affrontare questa problematica in modo integrato.

Grazie a questo assetto organizzativo, le autorità regionali sperano di migliorare il coordinamento delle attività di caccia e di prelievo della selvaggina, ottimizzando le risorse e le competenze disponibili sul territorio. La sinergia tra i vari soggetti è cruciale per il successo delle iniziative intraprese e per garantire una risposta efficace alla diffusione della peste suina, mantenendo al contempo alti standard di sicurezza alimentare.

Misure di controllo della peste suina

L’Unità di Crisi e il piano straordinario

Il vicepresidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Emanuele Imprudente, ha annunciato la creazione dell’Unità di Crisi regionale e locale, frutto della collaborazione con il Servizio competente del Dipartimento Sanità. Questa unità si propone di coordinare le azioni necessarie a contrastare la diffusione della peste suina africana in Abruzzo.

A supporto delle attività regionali, il Ministero della Salute ha messo in atto un Piano straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali. Questo piano, firmato dal commissario straordinario Vincenzo Caputo, ha avviato una serie di direttive a tutti gli enti preposti, evidenziando l’importanza di un intervento tempestivo e coordinato. La Regione ha già avviato una serie di operazioni di monitoraggio e prelievo dei cinghiali, in modo da limitare al massimo la diffusione della malattia.

Efficacia delle operazioni di abbattimento

Nel primo quadrimestre del 2024, secondo le informazioni fornite, le operazioni di abbattimento controllato hanno portato alla cattura di 613 capi di cinghiali. Questo dato rappresenta un segnale positivo per gli sforzi compiuti dalla Regione. Tuttavia, il vicepresidente Imprudente ha sottolineato l’importanza di un ulteriore incremento del prelievo, fissando come obiettivo per il 2024 l’abbattimento di circa 28.000 cinghiali.

Le nuove strategie di abbattimento prevedono l’introduzione di metodologie più efficaci, come il prelievo in girata e pratiche di caccia più selettive. Un approccio mirato è fondamentale per gestire al meglio le popolazioni di cinghiali, che possono rappresentare una minaccia sia per la salute degli animali selvatici che per l’attività agricola.

Sviluppo della filiera alimentare della selvaggina

Obiettivo di rendere la selvaggina un alimento di qualità

Un altro importante passo avanti riguarda la creazione di una filiera alimentare della selvaggina in Abruzzo. Questo progetto ambizioso prevede l’implementazione di tutte le condizioni necessarie affinché il cinghiale possa diventare un prodotto affermato nel mercato alimentare, dalla fase di prelievo venatorio al prodotto finito disponibile per la grande distribuzione.

L’intenzione è quella di garantire che ogni fase della filiera, dalla macellazione alla lavorazione, avvenga sotto il controllo veterinario, assicurando così la qualità e la sicurezza dei prodotti a base di selvaggina. Tali misure saranno essenziali non solo per promuovere la sostenibilità della caccia ma anche per valorizzare i prodotti locali, contribuendo allo sviluppo economico della regione.

In sintesi, con queste iniziative l’Abruzzo si prepara a fare un significativo passo avanti nella gestione della selvaggina e nel contrasto alla peste suina africana, con l’obiettivo di garantire salute pubblica e opportunità economiche.

Ultimo aggiornamento il 15 Agosto 2024 da Marco Mintillo

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