Abusivismo nel settore della bellezza a Roma: oltre 20.000 operatori senza licenza mettono a rischio la salute

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Abusivismo nel settore della bellezza a Roma: oltre 20.000 operatori senza licenza mettono a rischio la salute - Gaeta.it

Un fenomeno allarmante sta emergendo nel panorama della bellezza e del benessere a Roma, con più di ventimila operatori abusivi che offrono servizi a domicilio. Questo problema, sollevato dalla Confederazione nazionale artigiani , solleva preoccupazioni significative non solo per il rischio di evasione fiscale, ma soprattutto per la salute dei consumatori. In un’occasione in cui l’attenzione per le norme di salute e sicurezza è cruciale, questa situazione richiede un intervento urgente.

Il fenomeno dell’abusivismo nella capitale

Dati allarmanti sul settore del benessere

A Roma, il numero ufficiale di parrucchieri e estetiste operanti in modo regolare è di 7.113 e 4.762 rispettivamente. Tuttavia, secondo Valerio Galeotti, responsabile “Cna Benessere” di Roma, il numero di operatori che lavorano illegalmente potrebbe essere pari o addirittura superiore al doppio. Questo deficit di legalità è particolarmente preoccupante considerando che, mentre la capitale presenta un tasso di irregolarità del 27,6% in questo settore, altre attività artigianali si attestano al 14,4%.

La proliferazione di attività abusive non solo mina le basi dell’economia locale, ma espone anche i cittadini a potenziali rischi per la loro salute. Infatti, molti di questi operatori non sono in grado di garantire standard igienici adeguati, utilizzano prodotti non certificati e mancano di formazione professionale.

L’impatto della pandemia sul mercato abusivo

Una nuova abitudine nella cura personale

La diffusione del fenomeno degli operatori abusivi ha subito un'accelerazione significativa durante la pandemia di Covid-19. In un contesto in cui i negozi e i centri estetici erano chiusi, molti professionisti si sono adattati fornendo servizi a domicilio. Galeotti sottolinea che, sebbene questa soluzione fosse comprensibile in un momento di emergenza, oggi i consumatori dovrebbero esercitare maggiore cautela e discernimento.

Il cambio delle abitudini dei consumatori ha reso più difficile il ritorno alla normalità, creando un sentiero pericoloso dove la qualità del servizio viene sacrificata a favore di prezzi più bassi. I problemi legati alla mancanza di sterilizzazione degli strumenti e di osservanza delle norme igieniche sono ora una realtà preoccupante per molti che scelgono di affidarsi a questi operatori.

Campagne di sensibilizzazione e interventi per la legalità

La risposta della Cna al problema dell’abusivismo

Per affrontare questa crisi, la Confederazione nazionale artigiani ha avviato una campagna di sensibilizzazione per educare i consumatori sui rischi associati ai servizi abusivi. In collaborazione con Confartigianato e con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l'iniziativa punta a promuovere una scelta consapevole nel settore del benessere.

La campagna intende anche coinvolgere la polizia postale per chiudere gli annunci online che pubblicizzano servizi non qualificati. Secondo Galeotti, intervenire su queste piattaforme potrebbe ridurre la diffusione di attività illegali, sottolineando l’importanza di garantire standard elevati per i servizi offerti in vista del Giubileo e di altri eventi significativi.

In aggiunta, la Cna suggerisce che le scuole professionali potrebbero svolgere un ruolo cruciale nel ridurre l’abusivismo, attraverso programmi di formazione e qualificazione rivolti agli operatori del settore. Assicurare che i nuovi professionisti siano preparati a lavorare in conformità alle normative vigenti è fondamentale per ripristinare la fiducia tra i consumatori e i prestatori di servizi.

Questa iniziativa non solo intende tutelare la salute dei cittadini, ma anche favorire un ambiente di lavoro leale e competitivo per gli operatori di settore legittimi. Senza una forte risposta a questo problema, Roma rischia di diventare un terreno fertile per l'illegalità, con conseguenze negative sulla salute pubblica e sull'economia locale.

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