La Corte dei Conti ha recentemente avviato verifiche sui 590 bancali di dispositivi medici situati in un magazzino privato in Liguria. Questi articoli, conservati sin dall’inizio della pandemia di COVID-19, sollevano interrogativi sulla loro gestione e sulla loro efficacia logistica nel periodo critico. L’Azienda Ligure Sanitaria ha voluto chiarire la propria posizione riguardo a queste indagini.
Il ruolo strategico del magazzino durante la pandemia
Il magazzino in questione ha rivestito un’importanza fondamentale nel periodo di massima emergenza sanitaria, fungendo da centro nevralgico per la distribuzione di dispositivi medici. Durante i momenti più gravi della pandemia, tre tir alla settimana trasportavano un carico consistente di materiali di protezione. Questo approvvigionamento ha garantito che mascherine, guanti, visiere, tute e camici potessero raggiungere gli ospedali e le strutture sanitarie liguri, dimostrando di essere una risorsa critica in un contesto di grande difficoltà .
I materiali stoccati sono parte integrante del piano pandemico, pensati per affrontare situazioni simili, che hanno trovato applicazione nel contesto del COVID-19. Alisa ha sottolineato che la gestione dei dispositivi, partendo dalle mascherine, ha presentato non poche sfide, in un periodo in cui le esigenze sanitarie crescevano esponenzialmente.
Le problematiche nella gestione dei dispositivi post-pandemia
Con il passare del tempo e il progressivo diminuire delle necessità legate alla pandemia, l’interesse da parte delle Aziende Sanitarie Locali per i dispositivi ha ridotto. Nonostante i ripetuti solleciti da parte di Alisa, gran parte del materiale rimane ancora stazionato nei magazzini, senza la prevista incidenza nella rete di distribuzione. Questo ha sollevato interrogativi iniziando a generare costi, poiché mantenere un magazzino pieno implica spese logistiche che necessitano di essere contenute.
La Corte dei Conti ha messo in luce questa situazione, enfatizzando la discrepanza tra la disponibilità di materiale e il suo utilizzo effettivo. La lentezza nel ritiro dei dispositivi ha portato a un accumulo che ora deve essere affrontato, con la necessità di valutare anche l’opzione del loro smaltimento, se non ritenuti più utilizzabili.
Le iniziative comuni per razionalizzare i costi
Il direttore generale di Alisa, Filippo Ansaldi, ha dichiarato che è in atto un piano per valutare le opzioni disponibili per l’ottimizzazione della gestione di questi materiali. Una delle soluzioni potrebbe prevedere il ricorso a un utilizzo centralizzato del magazzino. Questo approccio, in conformità con quanto delineato nei piani pandemici, si propone di accompagnare la riduzione dei costi per il sistema sanitario locale.
Le azioni messe in campo sono dirette non solo alla razionalizzazione delle spese, ma anche a garantire che i materiali siano utilizzati in modo efficiente, qualora siano ancora idonei. La sanità ligure, quindi, si prepara ad affrontare una nuova fase, cercando di trarre insegnamenti dal passato e ottimizzare le proprie risorse per una gestione più efficace della salute pubblica.