Accesso all’interruzione di gravidanza nelle Marche: giovani denunciano gravi criticità

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Accesso all’interruzione di gravidanza nelle Marche: giovani denunciano gravi criticità - Gaeta.it

Nel cuore delle Marche, il Network Giovani, rappresentato dal Referente giovani del Gruppo territoriale di Ancona, Federico Giampieri, solleva un allarme significativo riguardo all'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza . La protesta si concentra su una serie di problematiche che ostacolano l’autodeterminazione delle donne in un ambito tanto delicato quanto essenziale. L’indignazione è rivolta alla situazione attuale, in cui le procedure per l'accesso all'IVG risultano confuse e inadeguate rispetto agli standard sanitari attuali.

La situazione attuale delle procedure per l'IVG

Un protocollo obsoleto

Secondo quanto denunciato da Giampieri, la procedura farmacologica per l'interruzione volontaria di gravidanza è ancora attuata sulla base di un protocollo "sperimentale" risalente al 2016. Questo protocollo, mai aggiornato, non solo ignora le Linee di indirizzo ministeriali del 2020, ma si discosta anche dalle Raccomandazioni emesse dall'Istituto Superiore di Sanità nel 2023 e dalle Linee guida fornite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2022. La mancanza di aggiornamento pone le donne marchigiane in una condizione di vulnerabilità, privandole di un accesso adeguato a pratiche riconosciute e sicure nel campo della salute riproduttiva.

La situazione, quindi, si complica ulteriormente, non soltanto per la mancanza di aggiornamenti, ma anche per l'assenza di una chiara comunicazione da parte delle autorità locali. Queste mancanze contribuiscono a una crescente insoddisfazione tra le donne, che si trovano ad affrontare un sistema sanitario che sembra non tenere conto delle loro necessità e diritti.

Ingerenza delle associazioni e mobilità passiva

Il diritto all'autodeterminazione minacciato

Giampieri e il Network Giovani mettono in evidenza ulteriori problematiche, come la mobilità passiva necessaria per accedere ai servizi di IVG. Questa condizione costringe molte donne a dover viaggiare in altre regioni per ottenere assistenza, un'inefficienza che evidenzia la criticità del sistema sanitario marchigiano. La denuncia si estende anche all'ingerenza delle associazioni pro vita all’interno dei consultori, che, secondo il Network Giovani, limita ulteriormente il diritto delle donne all'autodeterminazione.

Questa situazione rappresenta un serio ostacolo all'accesso a servizi sanitari di qualità e sicuri. La pressione esercitata da organizzazioni esterne nei consultori può influenzare le decisioni delle donne, creando un ambiente in cui le libertà personali vengono compromesse. È fondamentale che queste problematiche vengano affrontate con urgenza, testimonia Giampieri, poiché ne va del rispetto fondamentale dei diritti riproduttivi.

La risposta dell’assessore alla sanità e le responsabilità politiche

Criticità politiche e richieste di cambiamento

Il Referente giovani si rivolge direttamente all'Assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, ponendosi interrogativi cruciali sulla sua gestione e sulla sua disponibilità ad affrontare il problema. Giampieri chiede: come può essere garantito il diritto all'IVG sancito dalla legge 194 del 1978, quando le associazioni che si battono per i diritti delle donne vengono ignorate e i sindacati snobbati? La sensazione generale è che ci sia una fuga di responsabilità proprio nel momento in cui l'emergenza richiederebbe risposte concrete e immediate.

Critica anche la mancanza di attuazione delle linee guida del 2020, un ritardo che solleva interrogativi sull’efficacia dell’assessorato guidato da Saltamartini. Le parole di Giampieri pongono l'accento su come la cittadinanza marchigiana non si faccia illusioni: la negazione di diritti evidenti ed espressi in norme scritte contrasta con l’immagine di una Regione che si propone come garante della salute e dei diritti dei suoi cittadini.

L'argomento ribadito con vigore diventa una questione socio-politica di grande rilevanza, specialmente quando le forze politiche sembrano indirizzarsi verso un'altra direzione, con eventi promossi da formazioni politiche come Fratelli d'Italia che organizzano incontri con associazioni pro vita. La frustrazione è palpabile: come affermato da Giampieri, per molte donne, questi eventi risuonano come una vera e propria propaganda, un tentativo di sovrastare direttive molto chiare in materia di diritti riproduttivi.

Le attese crescono, e le donne marchigiane esigono che le loro esigenze e diritti siano finalmente riconosciuti e rispettati.

Ultimo aggiornamento il 7 Settembre 2024 da Armando Proietti

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