Le dichiarazioni recenti dell’assessore regionale all’Istruzione, Chiara Biondi, relative agli accorpamenti scolastici nelle Marche, hanno sollevato una forte protesta da parte di Giuseppe Paolini, presidente dell’Upi Marche. L’assessore ha accusato le province di non aver rispettato i propri doveri, costringendo la Regione a intervenire. La risposta di Paolini non si è fatta attendere, rivelando un clima di tensione e discussione sul futuro dell’istruzione nella regione.
Le accuse di Chiara Biondi
Chiara Biondi ha illustrato la sua posizione dichiarando che le province non hanno adeguatamente predisposto i piani di dimensionamento scolastico, con la conseguenza di creare una situazione disordinata. Secondo l’assessore, questo avrebbe costretto la Regione a prendere in mano la situazione e a adottare misure necessarie per garantire che ogni studente possa usufruire di un’educazione di qualità . Tuttavia, la sua affermazione ha suscitato l’indignazione di Paolini e dell’Upi Marche, i quali sostengono che i piani presentati dalle province sono stati trascurati, piuttosto che ignorati, e che ci sono stati incontri formali e informali con l’assessore per discutere ogni singolo aspetto.
La risposta di Giuseppe Paolini
In un chiarissimo intervento, Giuseppe Paolini ha invitato l’assessore a essere onesta e a rivelare la verità dei fatti. Ha affermato che le province hanno lavorato attivamente per presentare proposte concrete, tenendo conto delle situazioni già esistenti in merito agli accorpamenti passati. Paolini ha inoltre sottolineato che ci si attendeva un riequilibrio nelle decisioni di quest’anno, per affrontare il problema delle disparità tra territori diversi. Non aspettandosi un’azione tanto repentina da parte della Regione, il presidente di Upi Marche ha espresso sorpresa per il fatto che le riorganizzazioni suggerite dalle province siano state completamente ignorate. La delibera della Regione, approvata in una data così significativa come l’antivigilia di Natale, ha destato ulteriore irritazione, segnando una scelta particolarmente contestata.
Gli accorpamenti previsti dalla delibera regionale
La delibera regionale del 23 dicembre ha previsto accorpamenti scolastici significativi, specialmente nella provincia di Pesaro-Urbino. Tra le decisioni più controverse vi è l’unione dell’Istituto Comprensivo di Piandimeleto con quello di Macerata Feltria, e gli accorpamenti degli istituti di Acqualagna e Apecchio nonché del Cpia di Pesaro Urbino con l’Istituto superiore “A. Cecchi”. Anche nella provincia di Macerata ci saranno accorpamenti, che includono il Convitto nazionale “Giacomo Leopardi” e l’Ite “A. Gentili”. Queste manovre non sono semplicemente tecniche, ma portano con sé riflessi su intere comunità e il loro futuro educativo.
Una prospettiva politica sul tema
Paolini ha messo in evidenza che le decisioni della Regione non sono neutrali e lasciano trasparire un disegno politico specifico, che favorirebbe alcuni territori rispetto ad altri, come la provincia di Ancona, rimasta sostanzialmente immune dagli accorpamenti. Nello specifico, il presidente ha fatto notare come il territorio di Fabriano, riferimento politico dell’assessore, non abbia subito modifiche, rimanendo al di fuori di qualsiasi proposta di accorpamento, mentre altre province subiscono pesanti tagli e accorpamenti.
Possibili sviluppi legali
Data la situazione di tensione e le polemiche sollevate dalle recenti scelte, Giuseppe Paolini ha dichiarato che l’Upi Marche è pronta a intraprendere azioni legali, appellandosi al Tar per impugnare la delibera regionale. La determinazione del presidente sottolinea l’importanza del tema e le ripercussioni che questi accorpamenti avranno sul panorama educativo marchigiano. La questione degli accorpamenti scolastici nelle Marche è destinata a restare al centro del dibattito pubblico, mentre la comunità attende risposte chiare e soluzioni adeguate.
Ultimo aggiornamento il 29 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina