L’emergere di accuse di frode nei confronti di Nicola Basti, colonnello dell’esercito e comandante presso l’ambasciata d’Italia a Luanda, solleva domande sulla gestione delle spese di rappresentanza per eventi ufficiali. Le denunce affermano che Basti avrebbe dichiarato un numero di invitati maggiore rispetto a quelli realmente presenti alle celebrazioni del 4 novembre 2022, una situazione che mette in luce potenziali irregolarità nelle procedure amministrative.
Il presunto gonfiamento degli invitati
Durante il ricevimento tenutosi al Sambala Residence, Basti avrebbe segnalato la presenza di 183 ospiti, aggiungendo 40 nomi più del dovuto. Questa discrepanza, secondo quanto riportato dal ministero della Difesa, ha giustificato l’accusa di truffa aggravata. L’appropriazione indebita si è concretizzata in un rimborso forfettario di 9.775 euro, dove la somma di 53,42 euro per persona si traduce in un surplus di 2.136 euro nel caso in cui si verifichi l’assenza dei 40 invitati. Pur essendo una cifra non elevata nel contesto di spese ufficiali, il presunto raggiro ha comunque rilevanza legale, poiché ha portato a danni per l’amministrazione pubblica.
I riscontri e le testimonianze
Il fascicolo dell’indagine, curata dal pubblico ministero Gennaro Varone, include non solo le testimonianze dei carabinieri, ma anche un rapporto dell’ufficio di vigilanza dello Stato maggiore della Difesa. Questo documento potrebbe essere cruciale per ricostruire l’accaduto e confermare o smentire le dichiarazioni rese da Basti. Durante il processo, l’allora ambasciatore Cristiano Gallo ha testimoniato a favore del colonnello, dichiarando che il numero indicato da Basti corrispondeva effettivamente a quello di coloro che erano presenti al ricevimento. La sua testimonianza potrebbe giocare un ruolo chiave nel determinare le conseguenze legali che Basti dovrà affrontare.
La difesa di Basti e gli sviluppi futuri
Il colonnello è assistito dall’avvocato Stefano Rossi, che ha espresso fiducia nella possibilità di dimostrare l’innocenza del suo assistito durante il processo. Ciò che resta da chiarire è l’eventuale esistenza di una prassi di conteggio errato o se ci siano state effettivamente irregolarità di maggiore rilevanza. Le implicazioni di questo caso non si limitano al solo aspetto legale, ma pongono anche domande sulla gestione delle spese pubbliche e sull’uso dei fondi governativi in ambito diplomatico. La questione, quindi, non attiene solo alla sfera personale di Basti, ma si estende a considerazioni più ampie sul funzionamento delle missioni diplomatiche italiane all’estero. Le udienze continuano, mentre l’attenzione rimane alta su questo caso che potrebbe influenzare le pratiche di spesa nell’amministrazione pubblica italiana.
Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano