Le Acli del Trentino sollevano dubbi sulla strategia della giunta provinciale riguardo la gestione del ciclo dei rifiuti, evidenziando la necessità di un approccio più sostenibile e pragmatico. L’organizzazione, che si occupa di questioni sociali e ambientali, ha comunicato le sue osservazioni su un possibile inceneritore e ha richiesto un maggiore impegno nella ricerca di soluzioni alternative che possano garantire la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente.
Ipotesi dell’inceneritore: una soluzione insostenibile
Secondo le Acli, l’idea di costruire un impianto di incenerimento non è praticabile. La nota dell’organizzazione sottolinea come la quantità di frazione residua dei rifiuti, se ottimizzata con una migliore raccolta differenziata, possa scendere a circa 40-50.000 tonnellate all’anno. Questa stima porta a pensare che un inceneritore non sarebbe economicamente sostenibile, dato che il volume di rifiuti da trattare sarebbe troppo esiguo.
Inoltre, si teme che l’adozione di un impianto di questo tipo possa portare a conseguenze problematiche, come la necessità di importare rifiuti da altre regioni o, in alternativa, una diminuzione qualitativa della raccolta differenziata. Questa eventualità sarebbe controproducente e comprometterebbe gli sforzi finora compiuti per migliorare i livelli di differenziazione dei rifiuti.
Le Acli del Trentino mettono in guardia contro una gestione dei rifiuti che passi da una soluzione termica senza considerare l’impatto sulla salubrità del territorio. La proposta di un inceneritore si scontra con l’aspettativa di una Provincia attenta alle politiche ambientali e della salute pubblica.
Richiesta di un approccio pragmatico e innovativo
La lettura che le Acli forniscono della situazione attuale porta a richiedere una riflessione più concreta e pragmatica sulle soluzioni di smaltimento della frazione residua. L’organizzazione invita la giunta provinciale a individuare gli scenari più favorevoli in termini di garanzie per la salute dei cittadini e per l’ambiente, evidenziando l’urgenza di localizzare un impianto di trattamento della frazione finale che rispetti equilibri economici e sostenibilità.
Questa richiesta arriva in un momento cruciale, poiché le scelte fatte oggi influenzeranno il futuro della gestione dei rifiuti nel Trentino. Le Acli chiedono un confronto aperto, mantenendo un dialogo costruttivo per immaginare soluzioni coerenti con il benessere collettivo e l’ecosistema locale.
Proposte innovative per lo smaltimento: il gassificatore
In relazione alle tecnologie di smaltimento, le Acli, in collaborazione con il Circolo Acli di Gardolo, avevano già avanzato la proposta di una sperimentazione di tecnologie alternative, in particolare quella del gassificatore. Questo suggerimento era stato già menzionato nel quinto aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti. Tale aggiornamento ha visto il coinvolgimento di esperti, come Ffb e Università, segno che l’argomento è stato trattato con serietà e competenza.
L’implementazione di un impianto di gassificazione capace di gestire fino a 8.000 tonnellate di rifiuti potrebbe rappresentare una svolta nella gestione dei rifiuti trentini. La gassificazione, rispetto all’incenerimento, offre alcuni vantaggi, inclusa la riduzione delle emissioni nocive e una trasformazione dei rifiuti in energia.
La volontà di essere un modello di gestione sostenibile
A seguito della loro proposta originaria nel 2023, le Acli sottolineano che il tempo per avviare questi cambiamenti c’è. Si rivolgono quindi alla giunta provinciale chiedendo che siano definiti tempistiche chiare per la costruzione degli impianti richiesti. Questo passo rispecchierebbe non solo un impegno verso pratiche più ecologiche, ma anche la volontà di mantenere il Trentino come esempio di gestione sostenibile dei rifiuti.
L’associazione rammenta la sua dichiarazione con un appello alla responsabilità: abbracciare un modello virtuoso nella gestione dei rifiuti non è semplicemente un obiettivo ma una necessità che può garantire un futuro più sano per le generazioni a venire. Le Acli, con la loro attenzione affinché il dibattito continui, si pongono al fianco di una comunità pronta a discutere e a sviluppare soluzioni concrete.