Addio a Ginetto Trabaldo, il cuore pulsante del tifo granata e fondatore dei Fedelissimi

Addio a Ginetto Trabaldo, il cuore pulsante del tifo granata e fondatore dei Fedelissimi

Il Torino Football Club piange la scomparsa di Ginetto Trabaldo, simbolo del tifo granata e fondatore del primo club di tifosi organizzati in Italia, lasciando un’eredità indelebile nella storia del calcio.
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Addio a Ginetto Trabaldo, il cuore pulsante del tifo granata e fondatore dei Fedelissimi - Gaeta.it

Il mondo del Torino Football Club è in lutto per la scomparsa di Ginetto Trabaldo, un simbolo indelebile del tifo torinista. A 86 anni, lascia dietro di sé un’eredità che ha segnato la storia del club e dei suoi sostenitori. Dalla nascita del movimento dei tifosi fino ad oggi, la sua figura ha rappresentato un legame profondo e autentico con la squadra, un amore viscerale che ha attraversato epoche storiche e generazioni di Granata.

La nascita di un amore granata

Ginetto Trabaldo non è stato solo un tifoso, ma l’anima vibrante della Maratona, la curva storica del Torino. Il suo amore per il Toro affonda le radici nei tempi del Grande Torino, una leggendaria squadra che ha scritto pagine memorabili nel calcio italiano. Quando negli anni ’50 il concetto di tifo organizzato era ancora in fase embrionale, Trabaldo, insieme a Piero Gay, decise di dare vita a un’idea innovativa. Nel 1951 fondarono il Gruppo Sostenitori Granata, il primo club di tifosi organizzati in Italia, trasformando per sempre il modo di vivere il tifo.

Erano gli anni delle partite ascoltate in radio, dei ritrovi tra amici per seguire le gesta del Toro con cuore e passione. Ginetto era sempre presente, non solo come tifoso, ma come leader capace di trasformare l’affetto per la squadra in una vera fede collettiva. Con la sua energia travolgente, lavorò per unire i sostenitori, rendendo il tifo non solo una manifestazione di passione, ma un’esperienza comunitaria.

Il passo verso il tifo moderno

Negli anni ’70, sotto la guida di Trabaldo, i Fedelissimi Granata raggiunsero una dimensione inedita, con oltre 5.000 soci e sezioni attive in tutto il Paese e anche all’estero. Grazie a idee innovative e a un’organizzazione meticolosa, la Curva Maratona divenne un esempio di tifo passionale e creativo. All’epoca, coreografie straordinarie, striscioni e bandiere colorate definivano l’atmosfera degli stadi, rendendo la curva nota anche oltre i confini italiani. La rivista francese “Onze” la definì addirittura la curva più bella del mondo.

Ma la vera svolta si ebbe nel 1969, quando dal movimento dei Fedelissimi nacque il primo gruppo ultras della storia del calcio italiano: gli Ultras Granata. Questo cambiamento di paradigma nel modo di tifare non solo innovò il panorama calcistico in Italia, ma creò un modello che avrebbe influenzato intere generazioni di tifosi. Ginetto Trabaldo, attraverso questa rivoluzione, si dimostrò un visionario del tifo, mostrando come l’amore per la propria squadra potesse trasformarsi in un’arte.

La bottega del tifo granata

Il suo negozio in via Foggia a Torino rappresentava un vero rifugio per gli amanti del calcio granata. In questo luogo, il tifo si respirava a pieni polmoni. Tra bulloni e pezzi di ricambio, si trovavano anche sciarpe, bandiere, fotografie e cimeli carichi di storia. L’officina divenne un ritrovo abituale per giocatori, giornalisti e tifosi di ogni età, desiderosi di ascoltare le storie e i racconti di Trabaldo. Per i veri appassionati del Toro, la figura di Ginetto era imprescindibile; la sua presenza era un elemento costante nella routine delle partite, nelle trasferte e nei cori che riempivano gli stadi.

Quando i tifosi si radunavano, la voce di Ginetto risuonava con potenza, rendendo ogni partita un evento carico di emozione. Questo senso di comunità e appartenenza al mondo granata è ciò che ha reso il suo operato così significativo. Il Toro, per lui, non era soltanto una squadra, ma un motivo di esistenza, un legame che ha segnato la sua vita e quella di chi lo circondava.

Un tributo dal Torino Football Club

Con la notizia della sua scomparsa, il Torino Football Club ha voluto onorare la memoria di Ginetto Trabaldo con un comunicato ufficiale che riflette il sentimento di tutto il popolo granata. Il presidente Urbano Cairo esprime il suo cordoglio e la vicinanza alla famiglia, sottolineando il ruolo fondamentale di Trabaldo nella storia del tifo torinista. Il messaggio della società è un chiaro segno di riconoscenza verso un uomo che ha dedicato la propria vita al club, costruendo un legame tra la squadra e i tifosi che perdurerà nel tempo.

Questo messaggio racchiude l’affetto e il rispetto di migliaia di sostenitori che hanno vissuto e sentito il Toro come parte della propria identità. Essere granata è molto di più di un semplice tifo: è un modo di vivere, una passione che resiste nelle avversità.

La perdita di Ginetto rappresenta un momento di grande tristezza, ma il suo spirito vivrà sempre nei cuori di chi ama questi colori. La Curva Maratona continuerà a portare avanti il suo lascito, mantenendo viva la fiamma dell’amore per il Toro. Anche se la sua voce non risuonerà più nelle tribune dello stadio, il suo messaggio e la sua passione rimarranno per sempre vivi, insieme a tanti tifosi che continueranno a cantare e a sventolare le bandiere granata. Ginetto Trabaldo non era solo un tifoso, ma un vero e proprio simbolo che non si spegnerà mai nella grande leggenda del Torino.

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