La comunità politica e sociale piange la scomparsa di Mimmo Lucà, deceduto a Torino all’età di 71 anni a causa di una breve malattia. La famiglia ha dato notizia del decesso che lascia un grande vuoto nel panorama politico italiano, specialmente tra coloro che hanno militato nel movimento cristiano-sociale. Lucà è stato una figura di riferimento per diverse generazioni, con un percorso politico che ha segnato le ultime tre decadi del panorama nazionale.
Gli inizi: le radici calabresi e l’impegno sociale
Nato a Gioiosa Ionica, un comune calabrese, Mimmo Lucà ha avviato il suo percorso di attivismo e impegno politico negli anni ’70 a Torino. Lì ha collaborato con le Acli, dove ha ricoperto ruoli significativi, diventando presidente dell’associazione nella città e vicepresidente a livello nazionale. Il suo impegno è emerso in un periodo di profondi cambiamenti sociali, caratterizzato dalle lotte operaie e dalla necessità di ridefinire il ruolo della Chiesa e delle associazioni nel contesto politico e sociale.
Le Acli, nella fase post-Concilio Vaticano II, hanno rappresentato un’importante piattaforma per il dialogo tra fede e realtà sociale. Lucà ha attivamente partecipato a questa evoluzione, contribuendo a dare voce a chi si trovava in condizioni di fragilità. Attraverso iniziative e progetti sociali, ha cercato di rispondere a bisogni concreti, consolidando la sua reputazione come un sostenitore della giustizia sociale e dei diritti dei più deboli.
Il percorso politico: dalla sinistra cristiana al Parlamento
Il 1993 rappresenta un anno cruciale nella carriera di Lucà, che è stato tra i promotori del movimento dei Cristiano sociali insieme a figure prominenti come Ermanno Gorrieri e Pierre Carniti. Questo movimento ha cercato di costruire un’alternativa politica all’interno dello schieramento di sinistra, portando le istanze cristiane nel dibattito politico. L’anno seguente, Lucà entra in Parlamento, dove resterà attivo fino al 2013, consolidando il suo legame con le comunità locali di Rivoli e dei comuni limitrofi.
Durante il suo mandato, ha sostenuto l’unificazione dei progressisti, lavorando a stretto contatto con Romano Prodi e il suo governo. La sua esperienza parlamentare è caratterizzata da un forte impegno nel valorizzare le differenze culturali presenti nella sinistra italiana, promuovendo l’integrazione delle varie forze politiche. È stato anche uno dei fondatori dei Ds, dove ha continuato a lavorare per la pluralità delle culture politiche.
Attività dopo il Parlamento e eredità nei diritti sociali
Dopo la conclusione della sua esperienza parlamentare, Mimmo Lucà non si è ritirato dalla vita pubblica. Ha continuato il suo lavoro nel settore sociale, promuovendo l’Alleanza per la tutela della non autosufficienza. Era presidente del Consorzio socio-assistenziale Cidis di Orbassano, dove ha lavorato per garantire i diritti e il benessere delle persone in difficoltà.
Lucà ha saputo mantenere una visione lungimirante sull’impegno cristiano-sociale, come testimoniato dalle sue parole nel libro “Da credenti nella sinistra”. Ha sempre creduto nella continuità della battaglia per i valori di giustizia e solidarietà, sottolineando che la sua eredità non sarebbe finita con il movimento. Le ideologie e le esperienze vissute rimarranno un punto di riferimento per le future generazioni di attivisti e politici, motivati da una fede autentica e un forte senso di comunità.
Mimmo Lucà lascia quindi un’eredità duratura, un monito per chi è chiamato a continuare il suo lavoro a favore dei diritti e dei più vulnerabili, un percorso che coniuga fede e impegno civico in un contesto sempre più complesso.