La cultura italiana piange la scomparsa di Aldo Puglisi, attore di spicco che ha segnato la storia del cinema tricolore attraverso illustri collaborazioni con registi del calibro di Pietro Germi, Vittorio De Sica, Mario Monicelli e Lina Wertmüller. Il suo decesso è avvenuto sabato 20 luglio a Catania, città natale che ha sempre portato nel cuore, a causa di complicazioni polmonari dovute all’infezione da Covid-19. Con la sua morte, il panorama culturale perde un virtuosista della recitazione e un grande interprete delle emozioni umane.
Vita e carriera di Aldo Puglisi
Gli inizi a Catania
Aldo Puglisi nasce il 12 aprile 1935 a Catania, in una famiglia di artisti. Figlio d’arte, il suo destino sembra segnato fin dalla giovinezza. La sua passione per la recitazione emerge precocemente, conducendolo a esordire sul grande schermo nel 1964, quando partecipa al film di Renato Castellani, “3 notti d’amore“. Ma è la sua successiva interpretazione in “Sedotta e abbandonata” di Pietro Germi che lo catapulta nell’olimpo del cinema italiano. Qui, nei panni dell’amante della protagonista, Stefania Sandrelli, Puglisi mostra il suo talento interpretativo, catturando l’attenzione di critici e pubblico.
Le collaborazioni illustri
La carriera di Puglisi si sviluppa in parallelo con quella di alcuni dei più grandi registi italiani. Dopo il successo ottenuto con Germi, partecipa a “Matrimonio all’italiana” di Vittorio De Sica nel ruolo del fedele Alfredo, una delle figure memorabili del film, caratterizzata da una profondità che racconta una storia d’amore imperfetta. Puglisi continua a lavorare con Germi in “Signore & signori” e incrocia la sua strada con Mario Monicelli, il quale lo dirige in “La ragazza con la pistola” e “Vogliamo i colonnelli” .
Il suo talento non sfugge nemmeno a Pier Paolo Pasolini, che lo sceglie per dare la voce a Dio nella celeberrima “La sequenza del fiore di carta“, parte del film antologico “Amore e rabbia” . Grazie a queste preziose collaborazioni, Puglisi si afferma come uno dei caratteristi più interessanti del panorama cinematografico italiano degli anni ’60 e ’70.
Un periodo di pausa e il ritorno al cinema
Negli anni ’70, la carriera di Puglisi subisce una frenata. Le sue apparizioni sul grande schermo diventano sporadiche, ma non scompare completamente dalla scena. Il suo talento si manifesta anche nel teatro, dove collabora con importanti registi e attori. Ritorna nel cinema nel 2003 in maniera trionfale, con due opere significative: “Tosca e altre due” di Giorgio Ferrara e “Segreti di Stato” di Paolo Benvenuti. In quest’ultimo, interpreta un perito balistico che si occupa della ricostruzione della strage di Portella della Ginestra, un ruolo che rispolvera la sua abilità interpretativa e riconferma il suo posto nel cuore del pubblico.
La presenza teatrale e l’eredità culturale
Un attore versatile
Sebbene il cinema abbia rappresentato una parte fondamentale della sua carriera, Puglisi ha lasciato un’impronta indelebile anche nel mondo del teatro. Ha collaborato con attori e registi di rilievo, tra cui Carlo Cecchi e Pino Micol, partecipando a produzioni destinate a rimanere nella memoria collettiva. Le sue interpretazioni in opere come “Il coraggio di un pompiere napoletano“, “La pazza di Chaillot“, “Il berretto a sonagli“, “La locandiera” e “Cirano di Bergerac” dimostrano la versatilità e la spessore del suo talento.
Un ricordo nel cuore degli italiani
Aldo Puglisi non rappresenta solo un nome nel mondo dell’arte, ma una figura che ha saputo raccontare storie di vita, amori e conflitti umani. Le sue performance, sia sul grande schermo che a teatro, continueranno a ispirare generazioni di artisti e spettatori. La sua scomparsa segna un momento triste per la cultura italiana, ma il suo lavoro rimarrà vivo, eterna testimonianza della sua grandezza artistica e della sua passione per la recitazione.