La questione riguardante la valutazione del prestigioso stadio di San Siro a Milano ha sollevato un acceso dibattito. L’Agenzia delle Entrate ha recentemente inviato una lettera al Comune, nella quale viene dettagliato il metodo di calcolo del valore dell’impianto e delle aree circostanti. Questo documento è stato definito “imbarazzante” da Luigi Corbani, fondatore del Comitato Sì Meazza, che ha anche sporto denuncia presso la Procura per contestare quello che considera un valore inadeguato attribuito a beni pubblici, ora in vendita tramite bando.
Valutazione di San Siro: un confronto controverso
Corbani ha evidenziato che il valore attribuito per metro quadrato è di 441,43 euro, cifra inferiore rispetto alle monetizzazioni delle aree, che oscillano tra 615,22 e 703,11 euro. Secondo il fondatore del Comitato, la scelta di considerare questo valore sarebbe rovinosa. Ha paragonato la situazione al “modello” adottato per lo stadio della Juventus, che ospita la metà degli spettatori rispetto a San Siro, dove giocano le storiche società di Milan e Inter.
Queste considerazioni pongono interrogativi sul trattamento strutturale e commerciale di San Siro da parte delle autorità, oltre a far emergere la questione della sua longevità. Mentre la proposta evidenziava che senza alcune peculiarità come skybox e aree executive, lo stadio sarebbe obsoleto e meritevole di demolizione, i commenti di Corbani rivelano una netta contrarietà a una tale semplificazione.
I ricavi delle attività extracalcistiche: un aspetto trascurato
In un ulteriore ragionamento, Corbani si domanda se l’Agenzia delle Entrate abbia effettivamente considerato i proventi generati da eventi non calcistici, come concerti e manifestazioni. Secondo le sue dichiarazioni, il reddito accumulato attraverso queste attività supera i 20 milioni di euro, un dato che potrebbe influire notevolmente sulla valutazione dell’impianto. La questione si complica ulteriormente nel momento in cui viene messo in dubbio se l’Agenzia stessa possa stabilire l’esistenza di potenziali acquirenti o interessati a San Siro.
Corbani ha affermato che la presenza di un unico proprietario e solo due possibili acquirenti ha portato a una situazione di “prezzo di saldo”, lasciando supporre che la valutazione potrebbe non riflettere il reale valore di mercato dell’impianto. La sua reazione appassionata evidenzia l’importanza che la comunità locale attribuisce a San Siro, non solo come monumento sportivo, ma anche come elemento culturale e sociale fondamentale per la città di Milano.
Considerazioni finali e contesto attuale
La questione della valutazione di San Siro non coinvolge solo aspetti economici e commerciali, ma solleva seri interrogativi sull’approccio delle autorità nei confronti di beni pubblici di grande prestigio. Il dibattito in corso pone l’accento sulla necessità di una analisi approfondita e chiara sul futuro di uno degli stadi più iconici d’Europa, cercando di coniugare esigenze finanziarie con un rispetto per un patrimonio che è parte della storia non solo calcistica, ma culturale della città. Il destino di San Siro è, dunque, al centro di un acceso confronto che aspettarsi si intensifichi nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi delle decisioni finali sulla vendita.