Il Teatro Carlo Felice di Genova ha accolto un vasto pubblico per il concerto della stagione sinfonica, un evento che ha visto la partecipazione di due figure di spicco: il direttore d’orchestra Sir John Eliot Gardiner e il violinista Simon Zhu, recentemente incoronato vincitore del “Premio Paganini” nel 2023. Con questo concerto, Gardiner ha fatto il suo esordio sul podio dell’orchestra genovese, promettendo una serata ricca di emozioni attraverso un repertorio di pezzi classici.
Un’esibizione vibrante di Beethoven
Il concerto si è aperto e chiuso con due celebri composizioni di Ludwig van Beethoven: l’Ouverture dal “Coriolano” all’inizio e la Sinfonia n.8 alla fine. Gardiner ha optato per una direzione che ha richiesto agli orchestrali di suonare in piedi, una scelta che ha generato un suono più luminoso e intenso. L’interpretazione dell’Ouverture del “Coriolano” si è distinta per la sua energia ed espressività , rappresentando il lato più eroico e drammatico del compositore.
Successivamente, si è passati alla Sinfonia n.8, caratterizzata da una sonorità vivace e delle dinamiche sorprendenti. Gardiner ha saputo equilibrare abilmente le parti più leggere, che richiamano le prime sinfonie di Beethoven influenzate da Haydn e Mozart, con passaggi più incisivi e carichi di furore. Nonostante qualche lieve squilibrio tra gli strumenti fiati e gli archi, la direzione di Gardiner è risultata incisiva e ben definita, dimostrando la sua esperienza consolidata e il suo approccio distintivo alla musica di Beethoven.
Il coinvolgente concerto di Schumann
Tra le due composizioni di Beethoven, l’orchestra ha eseguito il Concerto in re minore per violino e orchestra di Robert Schumann. Scritta nel 1853, quest’opera ha debuttato solo circa ottant’anni dopo. La sua creazione è stata fortemente influenzata dall’ascolto di Paganini, la cui abilità ha impressionato Schumann a tal punto da ispirare anche alcuni dei suoi lavori.
Il Concerto in re minore riflette quest’ammirazione, non solo attraverso la complessità della parte solistica, ma anche nel dialogo tra solista e orchestra. Simon Zhu, nel ruolo di violinista solista, ha mostrato una tecnica precisa e una forte volontà interpretativa. Tuttavia, la sua performance ha presentato alcune discrepanze nei momenti di dialogo con il direttore, risultando talvolta in un suono troppo contenuto e coperto dall’orchestra. Nonostante ciò, le doti di Zhu sono emerse con chiarezza nei bis proposti al pubblico, tra cui il celebre Capriccio n.24 di Paganini e l’Andante dalla Sonata n.2 di Bach.
L’ovazione finale e l’applauso del pubblico
Il concerto ha generato un’atmosfera di grande entusiasmo tra gli spettatori, culminando in un’accoglienza calorosa ad entrambi i protagonisti, Simon Zhu e Sir John Eliot Gardiner. L’intervento di Gardiner ha concluso la serata con un bis orchestrale che ha reintrodotto una sezione dell’Ottava di Beethoven, un gesto apprezzato e applaudito dal pubblico. La combinazione di talento straordinario e interpretazioni vibranti ha reso il concerto un evento memorabile nel panorama musicale genovese, ben al di sopra delle aspettative.