Il tema del disagio sociale vissuto da bambini e ragazzi è stato al centro di una tavola rotonda organizzata oggi a Trieste dalla Caritas Diocesana. Questo incontro, intitolato “Il disagio sociale di minori e adolescenti: anello debole in un imminente futuro“, ha raccolto esperti e professionisti per discutere le principali problematiche che riguardano questa fascia d’età e le strategie per affrontarle. La povertà, l’assenza di opportunità educative e l’impatto sulle famiglie emergono come questioni cruciali sul tavolo, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare il pubblico.
L’allarme povertà infantile in Italia
Giorgia D’Errico, direttrice delle Relazioni Istituzionali di Save the Children Italia, ha presentato dati allarmanti riguardanti la povertà infantile in Italia. Secondo le informazioni fornite dall’Istat, circa il 26% delle famiglie con bambini si trova in una situazione di rischio povertà. Questa condizione difficoltosa incide direttamente sulla povertà educativa, limitando gravemente l’accesso dei minori a esperienze fondamentali per la loro crescita, come la pratica sportiva e la partecipazione a eventi culturali. D’Errico ha sottolineato come queste esperienze siano cruciali per il loro sviluppo sociale e personale.
Per contrastare questa situazione critica, Save the Children ha attuato una serie di iniziative concrete, finalizzate a supportare le famiglie a livello economico. I risultati ottenuti sono stati incoraggianti, dimostrando come sia possibile fare la differenza nel percorso di vita dei ragazzi e delle loro famiglie. Le azioni messe in campo non mirano solo a risolvere problemi immediati, ma anche a costruire un contesto più inclusivo e stimolante per le giovani generazioni.
Il ruolo della famiglia e della società
A fare eco a quanto espresso dalla D’Errico, Giovanni La Manna, direttore della Caritas diocesana di Trieste, ha messo in luce la correlazione tra le fragilità dei ragazzi e quelle delle famiglie e della società nel suo complesso. La Manna ha evidenziato come le difficoltà che vive una famiglia riflettano in modo diretto il benessere dei minori. In contesti in cui le famiglie non ricevono il supporto necessario, i ragazzi possono trovarsi a vivere situazioni di isolamento e privazione.
La preoccupazione principale, come ha sottolineato La Manna, è legata all’impatto che questa crisi avrà sul futuro della comunità. Un’attenzione particolare è richiesta per garantire che le giovani vite non siano danneggiate da un sistema incapace di fornire opportunità e supporto. L’eventualità di una disgregazione sociale fuorviante passa attraverso il riconoscimento e il supporto attivo delle realtà familiari più vulnerabili.
Esperti a supporto dell’iniziativa
Al dibattito hanno preso parte anche Aldo Raoul Becce, psicoterapeuta e psicoanalista di Jonas Trieste, insieme a Carla Garlatti, già Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Il contributo di esperti del settore ha arricchito la discussione, offrendo prospettive diverse e preziose su una tematica intrinsecamente complessa.
I professionisti hanno analizzato diversi aspetti del disagio giovanile, invitando all’adozione di misure preventive e interventi diretti. L’importanza di far emergere le voci dei ragazzi e delle famiglie in difficoltà è stata sottolineata come fondamentale per sviluppare strategie efficaci e mirate. La sensibilizzazione e la formazione di operatori e volontari che lavorano in contesti di fragilità possono rappresentare un ulteriore passo avanti in questa direzione.
Il dibattito si è dimostrato una piattaforma utile per il confronto tra idee e la costruzione di una rete di supporto che possa realmente interessare i giovani e le loro famiglie in un contesto attuale che richiede maggiore attenzione e responsabilità da parte di tutta la comunità.