Afragola: trasferimento di frati accusati di gravi reati, la Curia avvia il processo di sospensione

Afragola: trasferimento di frati accusati di gravi reati, la Curia avvia il processo di sospensione

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Afragola: trasferimento di frati accusati di gravi reati, la Curia avvia il processo di sospensione - Gaeta.it

Un episodio inquietante ha scosso la comunità di Afragola, dove due frati, ex parroci del santuario di Sant’Antonio, sono stati trasferiti in conventi del Nord Italia. Padre Domenico Silvestro e frate Nicola Gildi sono stati sospesi dal loro incarico dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, a seguito di gravissime accuse che includono violenza sessuale e concorso in rapina aggravata. Le indagini hanno portato alla luce un quadro allarmante di abusi e comportamenti illeciti, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sull’integrità delle istituzioni religiose.

Le accuse nei confronti dei frati

Violenza sessuale e complicità in rapina

La situazione si è aggravata per padre Domenico Silvestro e frate Nicola Gildi, i quali sono accusati di violenze sessuali sistematiche nei confronti di due vittime, un cittadino italiano e un extracomunitario. Le indagini condotte dalla procura di Napoli Nord hanno rivelato che i frati avrebbero costretto le loro vittime a partecipare a rapporti sessuali e orge di gruppo, promettendo in cambio aiuto materiale, cibo e opportunità di lavoro. Questo schema di manipolazione e sfruttamento sarebbe andato avanti per un periodo di tre anni.

Le testimonianze delle vittime sono state raccolte e documentate, rivelando un’organizzazione del crimine ben articolata: le vittime, invischiate in una spirale di paura e dipendenza, hanno finalmente trovato il coraggio di rivolgersi a un legale per rivendicare i propri diritti e richiedere un risarcimento adeguato. L’avvocato ha avviato azioni legali supportate da evidenze documentali, tra cui le registrazioni delle conversazioni su piattaforme di messaggistica e incontri.

La rapina e le sue conseguenze

In un inquietante sviluppo della vicenda, frate Nicola Gildi è stato implicato nell’organizzazione di una rapina finalizzata a recuperare i cellulari delle vittime che contenevano prove compromettenti. In questo episodio, due imprenditori di Afragola, Giuseppe Castaldo e Antonio Di Maso, sarebbero stati coinvolti come complici. Sebbene la rapina abbia avuto successo nel sottrarre un cellulare, l’altro dispositivo è stato consegnato alle autorità dai denuncianti, i quali hanno identificato Gildi come il mandante dell’operazione.

Questo tentativo di insabbiamento ha ulteriormente aggravato la posizione legale dei frati e dei complici, aggiungendo nuovi reati ai già gravi capi d’accusa. Attualmente, i due giovani autori materialmente del crimine, noti alle forze dell’ordine e sospettati di appartenenza a un clan criminale, sono rimasti in carcere a Poggioreale, data la loro pericolosità sociale.

Il ruolo della Curia di Napoli

Provvedimenti ecclesiastici in corso

In seguito all’amara situazione emersa, la Curia di Napoli ha attivato un processo di sospensione “a divinis” nei confronti di padre Domenico Silvestro. Questo provvedimento ecclesiastico comporterebbe l’esclusione dall’amministrazione dei sacramenti, compromettendo sostanzialmente il suo ruolo all’interno della comunità religiosa. Tale decisione, di competenza dell’arcivescovo, evidenzia la severità della situazione e l’impegno della Curia a rispondere a comportamenti che ledono non solo le vittime, ma anche la reputazione dell’istituzione ecclesiastica.

Considerando le gravi implicazioni etiche e legali, l’arcivescovo di Napoli sta seguendo il caso con attenzione, valutando ulteriori misure da adottare. Questo sviluppo porta con sé un’eco significativa per la comunità di Afragola, che si trova a dover elaborare la pesantezza di questo scandalo all’interno di una struttura che tradizionalmente rappresenta supporto e guida spirituale.

La risposta della comunità

L’intera vicenda ha generato sconcerto tra i fedeli e nella comunità locale, che sostiene le vittime e si interroga su come siano potuti verificarsi tali abusi in un contesto religioso. Diverse associazioni hanno espresso solidarietà verso le vittime e hanno avviato iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di denunciare abusi di ogni genere.

Mentre si attende l’evoluzione dei processi legali ed ecclesiastici, restano aperti interrogativi su come le istituzioni possano migliorare la vigilanza e la protezione contro abusi da parte di figure che dovrebbero fungere da modelli di virtù e rispetto.

Ultimo aggiornamento il 18 Agosto 2024 da Laura Rossi

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