La Vela Celeste, un noto complesso residenziale di Scampia, è attualmente oggetto di lavori intensivi per garantire la sicurezza dell’edificio, dopo il tragico crollo di un ballatoio che ha portato alla morte di tre persone il mese scorso. Mentre le operazioni di messa in sicurezza proseguono, le famiglie colpite dalla tragedia affrontano una realtà di incertezze e precarietà.
Lavori di messa in sicurezza: situazione attuale
La demolizione della passerella esterna
In seguito al drammatico crollo, le autorità hanno avviato un intervento di messa in sicurezza della Vela Celeste. Un importante passo in questo processo è stata la demolizione dell’ultima passerella di accesso esterna, che ha reso l’edificio inaccessibile al pubblico. Ora, l’unico accesso è attraverso l’area cantiere, opportunamente sorvegliata e chiusa per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei residenti circostanti. Questo intervento si è reso necessario per evitare ulteriori incidenti e per facilitare i lavori delle ditte specializzate.
La situazione delle passerelle interne
Nonostante i cambiamenti apportati all’accesso esterno, le passerelle interne vengono mantenute per consentire alle aziende incaricate di recuperare mobili e oggetti pesanti dalle abitazioni degli sfollati. Queste operazioni si rendono necessarie per permettere ai residenti di riappropriarsi di beni personali che non avevano potuto ritirare durante il primo accesso dopo il crollo. Tuttavia, la situazione generale rimane complessa e le famiglie continuano a vivere nell’incertezza.
Famiglie in difficoltà: un appello alla solidarietà
Le voci dei familiari delle vittime
Il clima di precarietà è accentuato dalla mancanza di risposte da parte delle istituzioni. Secondo l’avvocato Angelo Pisani, legale di alcune delle vittime e dei sopravvissuti, la situazione è allarmante e paradossale. A un mese dal crollo, non sono stati attuati provvedimenti concreti per offrire un supporto tangibile alle famiglie colpite. L’avvocato sottolinea l’assenza di aiuti per chi ha perso i propri cari e per i feriti, evidenziando che senza un sostegno economico adeguato, è impossibile ricominciare.
L’abbandono delle istituzioni
Le famiglie non solo sono in cerca di un alloggio sicuro, ma lamentano anche la mancanza di qualsiasi assistenza morale ed economica da parte del Comune di Napoli. Negli ultimi mesi, le autorità locali hanno chiesto persino il pagamento del canone di locazione a coloro che vivevano nelle Vele, creando un clima di ulteriore angustia tra gli sfollati. Secondo Pisani, tutti hanno diritto a un risarcimento danni per il dolore e la perdita subiti. Le aspettative di aiuto sono ancora vane, mentre la necessità di un intervento diretto da parte delle istituzioni diventa sempre più urgente.
In questo contesto difficile, il proseguire dei lavori di messa in sicurezza rappresenta solo una parte della soluzione. La vera sfida si gioca sulla capacità delle autorità di garantire alle famiglie il supporto necessario per affrontare una crisi che ha stravolto le loro vite.