Un recente incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha portato alcune novità riguardo alla vertenza che coinvolge lo stabilimento sardo della Glencore, gestito attraverso la controllata Portovesme srl. Sebbene siano stati discussi potenziali nuovi investitori per la linea di produzione dello zinco, il tema cruciale del costo dell’energia resta irrisolto. Il prossimo incontro si terrà il 10 febbraio e si preannuncia come un momento cruciale per approfondire aspetti tecnici e strategici della questione.
Il sostegno del governo al progetto litio
Durante l’incontro, il ministro Adolfo Urso ha espresso un forte impegno per garantire continuità nella produzione di zinco attraverso nuove opportunità di investimento. Ha sottolineato l’importanza strategica di questa linea produttiva per il Paese, rivelando che già diverse aziende del settore hanno manifestato interesse a rilevare l’intero impianto. Urso ha evidenziato che una soluzione del genere non solo tutelerebbe l’occupazione, ma potrebbe anche aprire nuove prospettive di crescita nel settore della sostenibilità, specialmente in relazione all’impianto di recupero del litio. Questo progetto ha ottenuto il supporto governativo per la richiesta di Glencore alla Commissione Europea.
All’incontro hanno partecipato vari esponenti politici e istituzionali, tra cui il ministro Tommaso Foti e il sottosegretario Fausta Bergamotto, evidenziando la serietà con cui il governo sta affrontando la questione. Un aspetto interessante è la decisione di Glencore di aprire una Data room per permettere una due diligence approfondita, che potrebbe facilitare il processo di acquisizione. Un aspetto positivo discusso è la ripresa dell’attività produttiva nel sito di San Gavino, una notizia accolta con favore poiché garantirà la continuità occupazionale per circa 60 lavoratori.
La questione dell’approvvigionamento energetico
Un tema centrale restato sul tavolo è l’approvvigionamento energetico per l’impianto. Durante l’incontro, è stato anticipato che il Ministero dell’Ambiente e la Regione stanno lavorando a un accordo per garantire una fornitura continua di gas a costi accessibili. Questo progetto prevede l’installazione di due navi rigassificatrici e un collegamento specifico, un passo che potrebbe risultare cruciale per ridurre i costi energetici legati alla produzione. Tuttavia, le modalità concrete di attuazione rimangono da definire e potrebbero influenzare significativamente le prospettive future dello stabilimento.
Le preoccupazioni dei sindacati sulla situazione
Nonostante alcuni sviluppi positivi, i sindacati hanno espresso preoccupazioni riguardo alla mancanza di chiarezza sui costi energetici e sul futuro industriale dell’impianto. Fausto Durante, segretario della Cgil regionale, ha descritto l’incontro come interlocutorio, con un quadro di dati non abbastanza chiaro. È necessario, secondo il sindacalista, che vengano chiariti aspetti fondamentali relativi alla gestione futura e alla transizione verso una nuova compagine aziendale.
In merito alla vendita dell’impianto, Durante ha sottolineato l’incertezza riguardo al destino dei macchinari attualmente presenti nello stabilimento, facendo riferimento a risposte evasive da parte dei rappresentanti aziendali. La preoccupazione principale rimane la necessità di trovare soluzioni tempestive e concrete per ridurre i costi energetici, essenziale per garantire la ripresa delle produzioni di piombo e zinco. I sindacati si aspettano un’accelerazione dei processi governativi per evitare un’ulteriore crisi occupazionale nella regione.
Ultimo aggiornamento il 5 Febbraio 2025 da Sara Gatti