Nuovi dettagli emergono dalle indagini riguardanti la violenta rissa avvenuta a San Benedetto del Tronto, nella notte tra il 15 e il 16 marzo, che ha portato alla tragica morte di Amir Benkharbouch, un giovane di 24 anni originario della Tunisia. Gli eventi si sono svolti all’esterno di una discoteca, e ora, grazie a uno sviluppo significativo, sono stati emessi ordini di custodia cautelare per alcuni degli individui coinvolti, sottolineando la gravità della situazione e la complessità del caso.
Custodia cautelare per Daniele Seghetti e Francesco Sorge
Il Giudice delle indagini preliminari di Ascoli Piceno, Angela Miccoli, ha accolto la richiesta della Procura e ha disposto la custodia cautelare in carcere per Daniele Seghetti, un giovane di Grottammare che è stato operato a causa delle ferite riportate. Prima di questo provvedimento, Seghetti era sotto indagine a piede libero per rissa aggravata. La decisione del gip è motivata dalla presenza di precedenti penali a carico di Seghetti e dal fatto che si trovava in affidamento presso i servizi sociali.
Un altro provvedimento di custodia cautelare è stato disposto per Francesco Sorge, un giovane di San Benedetto del Tronto residente a Monteprandone. Sorge è accusato di rissa aggravata e lesioni aggravate, in particolare per l’uso di una catena durante la rissa. Anche per lui fino a questo momento era stata mantenuta la libertà vigilata.
Detenzioni confermate per Federico Di Stanislao e Denis Roul Rotaru
Nel quadro delle indagini, il giudice Miccoli ha confermato la permanenza in carcere di Federico Di Stanislao e Denis Roul Rotaru, entrambi di Giulianova. Di Stanislao è ritenuto responsabile dell’omicidio di Benkharbouch e deve rispondere anche dell’accusa di tentato omicidio e di porto abusivo di armi in luogo pubblico. Circa Rotaru, le accuse a suo carico includono due tentativi di omicidio, lesioni personali aggravate, così come rissa aggravata e porto d’arma.
Misure di obbligo di dimora per Helmi Nessibi
Helmi Nessibi, 29 anni, originario di Grottammare, è stato sottoposto a obbligo di dimora, con l’obbligo di rimanere a casa durante le ore notturne. La sua posizione è considerata marginale nel contesto della rissa che ha portato alla morte del giovane tunisino.
Autopsia e accertamenti sul corpo di Amir Benkharbouch
Domani verrà eseguita l’autopsia sul corpo di Amir Benkharbouch, un passo cruciale per le indagini. La Procura ha affidato il compito di condurre l’autopsia alla dottoressa Rosanna Zamparese, esperta della Medicina Legale dell’Azienda Sanitaria Territoriale, e al professor Francesco Paolo Busardò, docente di Medicina Legale alla Politecnica delle Marche. L’obiettivo è chiarire le cause della morte, identificando il tipo di arma utilizzata e se quella stessa arma fosse stata impiegata per ferire Seghetti. Si dovrà anche valutare se le ferite riportate da Nessibi siano riconducibili a un machete, come indicato da alcune testimonianze.
Mentre le indagini continuano, la comunità locale è scossa da questo brutale evento, sottolineando l’urgenza di misure di prevenzione e controllo per situazioni simili in futuro.