Aggressione a un agente di polizia penitenziaria nel carcere Arghillà di Reggio Calabria: i dettagli dell'incidente

Aggressione a un agente di polizia penitenziaria nel carcere Arghillà di Reggio Calabria: i dettagli dell’incidente

Aggressione A Un Agente Di Pol Aggressione A Un Agente Di Pol
Aggressione a un agente di polizia penitenziaria nel carcere Arghillà di Reggio Calabria: i dettagli dell'incidente - Gaeta.it

Un’agenzia di stampa ha riportato una notizia allarmante che coinvolge un agente della Polizia penitenziaria presso il carcere Arghillà di Reggio Calabria. L’agente è stato vittima di un’aggressione da parte di un detenuto, con conseguenze che hanno richiesto un intervento medico. Le circostanze del fatto evidenziano le problematiche che affliggono il sistema carcerario, in particolare la mancanza di risorse umane e la sovraffollamento delle strutture, fattori che contribuiscono a situazioni di rischio sia per gli agenti che per i detenuti.

i dettagli dell’aggressione

La dinamica dell’incidente

Secondo quanto riportato da Domenico Mastrulli, presidente della Confederazione autonoma italiana Polizia penitenziaria , l’agente è stato aggredito per motivi ritenuti futili, legati a comunicazioni postali che non erano piaciute al detenuto. La violenza ha comportato contusioni e un trauma cervicale e alla mandibola, costringendo l’agente a ricorrere al Pronto soccorso per le cure necessarie. I medici hanno valutato che la guarigione richiederà un periodo stimato di dieci giorni.

Conseguenze per l’agente

L’aggressione ha messo in evidenza le difficoltà quotidiane affrontate dagli agenti di polizia penitenziaria. L’incidente non è solo un episodio isolato, ma parte di una serie di eventi violenti che si verificano frequentemente all’interno delle carceri italiane. La vita degli agenti è spesso esposta a fattori di rischio elevati, specialmente in ambienti con sovraffollamento e carenza di personale, che possono influire sulla loro salute fisica e mentale.

la situazione nel carcere di arghillà

Sovraffollamento e risorse insufficienti

Nel carcere di Arghillà, attualmente sono detenuti oltre 340 soggetti, superando nettamente la capacità regolamentare, la quale prevede un’occupazione inferiore del 50%. Mastrulli ha sottolineato che la vigilanza è gestita da sole 110 unità di polizia penitenziaria, molte delle quali sono assenti per ferie, congedi estivi o altri motivi legittimi. Questo significa che in situazioni di emergenza, risultano disponibili solo 10-12 agenti per turno.

I rischi per gli agenti e per la sicurezza

Questa grave carenza di personale pone gli agenti in situazioni di vulnerabilità. In un contesto in cui un singolo agente deve spesso supervisionare più di 150 detenuti, senza la possibilità di avere un supporto immediato, la possibilità di incidenti violenti aumenta. Mastrulli ha evidenziato le conseguenze di questa precarietà, che possono includere rivolte, danni, tentativi di evasione e altre forme di violenza.

altri incidenti e richieste di maggiore sicurezza

L’episodio di Catanzaro

Il giorno successivo all’aggressione nel carcere di Arghillà, un altro evento critico è avvenuto a Catanzaro. Un detenuto è salito sul tetto della struttura penitenziaria, una strategia che sembra essere diventata una prassi per alcuni carcerati in cerca di attenzione. Questo episodio si è concluso con l’intervento del Pubblico Ministero di turno e del personale di sicurezza, riflettendo ulteriormente il clima di tensione presente nelle strutture carcerarie.

Richieste di intervento

La Confederazione autonoma italiana Polizia penitenziaria ha rilasciato dichiarazioni forti, chiedendo un cambiamento nella gestione delle carceri e una maggiore considerazione della realtà quotidiana degli agenti. Mastrulli ha evidenziato la necessità di un rispetto maggiore e di dichiarazioni veritiere da parte delle autorità, sottolineando che le condizioni attuali mettono in pericolo tanto i detentori che il personale. La ricerca di una soluzione non può più essere rimandata, affinché la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie possa essere ripristinata.

Change privacy settings
×