Aggressione a un’infermiera nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: la denuncia della Fp Cgil

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Aggressione a un'infermiera nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: la denuncia della Fp Cgil - Fonte: Imolaoggi | Gaeta.it

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Un'infermiera in servizio presso il carcere di Uccella a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, è stata vittima di un'aggressione da parte di alcuni detenuti. L'episodio ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli operatori sanitari all'interno delle strutture penitenziarie, in un contesto di scarsità di personale e di violenza crescente. Il sindacato Fp Cgil denuncia la situazione critica in cui versano gli operatori, sottolineando fatti preoccupanti che coinvolgono anche altre strutture.

L'aggressione e il pronto intervento degli agenti

L'aggressione all'infermiera è stata riportata dal segretario provinciale della Fp Cgil, Ciro Vettone, il quale ha descritto il drammatico momento in cui l'operatrice ha lanciato le sue urla di aiuto. Gli agenti penitenziari, richiamati dalle grida disperate dell'infermiera, sono giunti prontamente in suo soccorso, salvandola da una situazione potenzialmente mortale. Vettone ha espresso la sua solidarietà verso la collega aggredita, enfatizzando il rischio elevato che caratterizza il lavoro in un carcere che ospita circa mille detenuti, con una carenza di agenti di custodia che aggrava ulteriormente la situazione.

L'aggressione ha sollevato interrogativi sulla sicurezza all'interno della struttura penitenziaria e sulla capacità degli operatori di lavorare in condizioni così precarie. Vettone ha messo in luce le difficoltà a cui l'infermiera dovrà far fronte per tornare al lavoro, circondata dagli stessi rischi che hanno già messo a repentaglio la sua sicurezza. Questa situazione ha spinto il sindacato a richiamare l'attenzione sul bisogno urgente di un intervento per migliorare le condizioni osservabili all'interno del carcere.

Un contesto di violenza crescente

La violenza non si limita al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Vettone ha messo in evidenza che la violenza contro il personale infermieristico si sta diffondendo anche nella Rems di Calvi Risorta, una struttura di assistenza per detenuti con problemi psichiatrici. Gli operatori sanitari stanno riportando un aumento degli episodi di violenza, che hanno portato alcuni a richiedere il trasferimento e dissuaso nuovi assunti dall'accettare incarichi nel settore.

Questa situazione allarmante è il segnale di come la violenza stia diventando una costante per chi opera nel settore della salute dalle aree di emergenza alle strutture carcerarie. Inoltre, la paura di possibili aggressioni non consente il regolare svolgimento del lavoro, facendo pendere una nube di incertezza e rischi sui professionisti del settore.

L'appello alla sicurezza per il personale sanitario

Ciro Vettone ha allargato il discorso alla condizione dei sanitari che operano nei pronto soccorso e nel servizio di emergenza 118. Ha fatto riferimento a numerosi episodi di violenza, citando aggressioni recenti a medici e operatori nel territorio. La carenza di personale, sostiene Vettone, contribuisce significativamente a creare un ambiente di lavoro insicuro, mettendo a repentaglio la vita e il benessere degli operatori sanitari.

Il sindacalista ha quindi evidenziato l'urgenza di potenziare gli organici sia nelle strutture di detenzione che nei servizi di emergenza sanitaria. L'incontro richiesto con il Prefetto ha come obiettivo principale quello di discutere delle misure necessarie per garantire una maggiore sicurezza e protezione per gli operatori del settore sanitario, che si trovano sempre più spesso a fare i conti con la violenza e il disagio sociale.

Questa situazione di crescente aggressività richiede una risposta rapida e sistematica. Le richieste di maggiore sicurezza e la valorizzazione del personale sanitario diventano ora un tema centrale nel dibattito pubblico sui servizi di salute e giustizia.

Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2024 da Marco Mintillo

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