Aggressione al pronto soccorso di Crotone: due dottoresse e due infermiere ferite da un paziente iracondo

Aggressione al pronto soccorso di Crotone: due dottoresse e due infermiere ferite da un paziente iracondo

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Aggressione al pronto soccorso di Crotone: due dottoresse e due infermiere ferite da un paziente iracondo - Gaeta.it

Nella serata di ieri, un grave episodio di violenza si è verificato al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, dove due dottoresse e due infermiere sono state aggredite da una donna. Il contesto della violenza è emerso da una richiesta improvvisa di assistenza medica per un familiare, che non era stati valutato con un codice prioritario durante la fase di triage. Questo caso solleva interrogativi circa la sicurezza degli operatori sanitari, sempre più a rischio di aggressioni.

Il contesto dell’aggressione

La richiesta di visitare un familiare

L’episodio ha avuto inizio quando una donna, visibilmente frustrata, ha reclamato una visita immediata per un paziente a lei vicino. Nonostante il sistema di triage avesse stabilito la non urgenza della situazione, la donna ha tentato di superare le file di attesa, incluso un bambino presente in sala. Questo atto ha innescato una reazione violenta nei confronti del personale sanitario, colpevole, a suo avviso, di non aver soddisfatto le sue esigenze.

Il momento dell’attacco

Le dottoresse e le infermiere, già impegnate in un ambiente di lavoro complesso e sotto pressione, sono state oggetto di un’aggressione fisica brutale. La donna ha colpito il personale sanitario con calci e pugni, causando lesioni a due infermiere e a un paio di medici. In particolare, una delle infermiere ha riportato una ferita al labbro, mentre l’altra ha subito la frattura di un dito. Anche il primo medico intervenuto ha riportato danni, compresi una distorsione e un’ingessatura al polso.

L’intervento delle forze dell’ordine

L’arrivo della polizia

Dopo la segnalazione dell’incidente, la situazione ha richiesto l’intervento di agenti della polizia. Le guardie giurate, inizialmente presenti, hanno tentato di calmare la situazione, ma è stata necessaria la chiamata della squadra volanti per gestire l’aggressività della donna. Una volta immobilizzata, la donna è stata condotta presso il Commissariato di Polizia, dove è stata denunciata in stato di libertà per gravi lesioni e per interruzione di pubblico servizio.

Conseguenze legali

Il personale policorale ha avviato le procedure necessarie per formalizzare la denuncia, mentre il paziente per il quale si era generata l’aggressione è sparito senza lasciare traccia. Questa fuga di responsabilità solleva interrogativi sulle dinamiche di assistenza medica e sulla gestione delle emergenze nei pronto soccorso, quando pazienti e familiari non rispettano le indicazioni fornite dal personale.

Reazioni e dichiarazioni ufficiali

Il comunicato dell’azienda sanitaria

L’Azienda sanitaria provinciale di Crotone ha prontamente risposto all’accaduto, rilasciando una nota attraverso il commissario straordinario Antonio Brambilla e il direttore della Presidio medico Lucio Cosentino. Entrambi hanno condannato con fermezza tali situazioni violente, evidenziando come queste esperienze siano sempre più ricorrenti e inaccettabili.

La richiesta di protezione per il personale sanitario

Nel comunicato, si sottolinea la necessità di azioni concrete per affrontare la spirale di violenza che compromette la sicurezza degli operatori sanitari, i quali operano spesso in condizioni difficili e con risorse limitate. Gli autori del messaggio hanno espresso la loro solidarietà al personale coinvolto, promettendo che l’Azienda metterà in atto tutte le procedure opportune per evitare il ripetersi di tali episodi.

Il caso di Crotone contribuisce a un dibattito più ampio riguardo alla violenza nei confronti dei professionisti della salute, un tema urgente che richiede attenzione e misure adeguate.

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