Aggressione alla stazione di Chivasso: l'allerta sulla sicurezza si aggrava

Aggressione alla stazione di Chivasso: l’allerta sulla sicurezza si aggrava

Aggressione a Chivasso: un sedicenne minacciato con un coltello sulla passerella della stazione. La madre denuncia l’accaduto, mentre il consigliere comunale chiede maggior sicurezza e vigilanza nella zona.
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Aggressione alla stazione di Chivasso: l'allerta sulla sicurezza si aggrava - Gaeta.it

Sabato sera, attorno alle 19, la passerella della stazione di Chivasso si trasforma in un luogo di paura e tensione. Un sedicenne, reduce da un pomeriggio con amici al supermercato Bennet, viene aggredito mentre percorre il ponte pedonale che collega via Caluso a piazza Garibaldi. Un ragazzo più grande lo afferra a metà del ponte, minacciandolo con un coltello da cucina e chiedendo soldi. Il ragazzo, spaventato e senza denaro, mostra le tasche vuote e cerca di spiegarsi, ma il suo aggressore continua a spintonarlo prima di lasciarlo andare. In preda al panico, il giovane corre a cercare aiuto tra un gruppo di passanti. Avverte il padre, che accorre per sostenerlo. Una volta tornati sulla passerella, il padre e il figlio si imbattono nuovamente nell’aggressore, che, alla vista del ragazzino, non esita a fuggire.

La testimonianza della madre

Sara, madre del 16enne, racconta con preoccupazione come questa aggressione abbia cambiato la vita di suo figlio. “Mio figlio ha lo sguardo perso, non vuole più uscire di casa,” confida. L’appartenenza a Chivasso, una città che hanno sempre considerato sicura, si è sgretolata. Consapevole della gravità della situazione, Sara decide di contattare i carabinieri, oltre a rivolgersi a Bruno Prestìa, consigliere comunale della lista “Per Chivasso”, attivo nel dibattito sulla sicurezza nei luoghi pubblici. “Mi ha ascoltata e mi ha offerto aiuto,” spiega, riferendo la sua intenzione di sporgere denuncia formale, affiancata da un’altra mamma il cui figlio ha vissuto un’esperienza simile.

L’intervento del consigliere comunale

Bruno Prestìa non si tira indietro. Dopo essere stato allertato dalla madre, pubblica un post sui social, informando la comunità dell’accaduto e interpellando il comandante della Polizia Municipale riguardo alla presenza di telecamere sulla passerella. La risposta negativa lo lascia sconcertato. “È scandalo che non ci siano telecamere in un luogo così sensibile,” afferma. Prestìa descrive anche i dati sulla sicurezza, evidenziando la presenza di due agenti in più, un presidio fino alle 19 e la presenza di operatori della FS Security. Ma il problema, sostiene, risiede nel fatto che i malintenzionati potrebbero studiare gli orari di vigilanza, approfittando dei momenti di assenza. Lancia così un appello diretto al sindaco Claudio Castello: “Serve un presidio fisso. La sicurezza non può essere trascurata.”

La situazione della stazione di Chivasso

La realtà della stazione di Chivasso diventa sempre più allarmante. I tentativi di risolvere il problema della sicurezza appaiono spesso come misure superficiali e inefficaci. Le panche sono state rimosse con l’intento di allontanare i gruppi di persone che bivaccano, ma questo non ha fatto altro che lasciare pendolari e visitatori in piedi, affrontando condizioni di degrado e abbandono. Parallelamente, un’ordinanza anti-vetro limitava la possibilità di portare bevande in contenitori di vetro in alcune aree pubbliche, inclusa piazza Garibaldi. Le regole si sono rivelate inefficaci, colpendo innocenti come residenti e studenti senza distinguere i comportamenti.

Assenza di investimenti e soluzioni definitive

Problemi più profondi richiedono misure concrete. Invece di investire in sistemi di vigilanza come telecamere o in una riqualificazione della zona, si continua a riparare superficialmente. Le proposte fatte finora non affrontano il cuore della questione. Le panche rimosse e i divieti non possono sostituire un’effettiva e costante presenza sul territorio. Gli abitanti si chiedono se si sta cercando di rendere la stazione vivibile o se si sta solo cercando di nascondere i problemi sotto il tappeto. Le misure attuali non potranno mai migliorare radicalmente la situazione della sicurezza, e l’incertezza continua a gravare sui cittadini.

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