Aggressione in carcere ad Avellino: detenuto con problemi psichiatrici aggredisce un agente penitenziario

Aggressione in carcere ad Avellino: detenuto con problemi psichiatrici aggredisce un agente penitenziario

Aggressione in carcere ad Avel Aggressione in carcere ad Avel
Aggressione in carcere ad Avellino: detenuto con problemi psichiatrici aggredisce un agente penitenziario - Gaeta.it

Un episodio di violenza segna la quotidianità del carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, dove un detenuto con problematiche psichiatriche ha aggredito un agente della polizia penitenziaria. Questo evento è emerso grazie alla comunicazione dell’Uspp, sindacato autonomo che rappresenta il personale penitenziario, evidenziando non solo la gravità dell’incidente ma anche le crescenti difficoltà di gestione all’interno della struttura.

un’aggressione in un contesto di criticità

il fatto accaduto

Nel pomeriggio di ieri, un detenuto già noto per comportamenti problematici, tra cui resistenza, danneggiamento e aggressioni a personale penitenziario, ha colpito un agente. L’individuo, giunto da altre strutture detentive, ha tentato di sfuggire al controllo spintonando l’agente e lamentando la sua volontà di spostarsi tra i vari reparti del carcere. La dinamica dell’aggressione mette in evidenza non solo il comportamento violento del detenuto, ma anche le fragili condizioni di sicurezza che caratterizzano l’istituto.

la risposta del sindacato

In seguito all’incidente, Maurizio Repola, delegato regionale dell’Uspp per la Campania, ha sollecitato un intervento urgente da parte delle autorità ministeriali e dipartimentali. La richiesta di aiuto sottolinea la preoccupazione crescente per la situazione all’interno del carcere, già da tempo descritta come critica e insostenibile. Il sindacato invita le istituzioni a prendere atto della realtà che gli agenti di polizia penitenziaria si trovano ad affrontare quotidianamente.

le condizioni del carcere di sant’angelo dei lombardi

da istituto modello a struttura di difficile gestione

Negli ultimi anni, il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi era stato considerato un esempio di trattamento integrato per detenuti, caratterizzato da programmi riabilitativi e lavorativi di alta qualità. Tuttavia, la situazione è radicalmente cambiata. Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, presidenti e segretari regionali dell’Uspp, avvertono che l’istituto ha perso la sua vocazione trattamentale e sta diventando un luogo dove sono imprigionati alcuni dei detenuti più problematici, spesso provenienti da altre strutture e con una gestione complessa.

l’impatto sui percorsi riabilitativi

Questa nuova composizione della popolazione carceraria ha gravi ripercussioni non solo sulla sicurezza degli agenti e dei detenuti, ma anche sulla possibilità di implementare programmi riabilitativi efficaci. L’ordinarietà delle violenze condiziona le dinamiche quotidiane e limita le opportunità di recupero per molti reclusi che, sebbene si trovino in un contesto difficile, aspirano a reintegrarsi utilmente nella società. I rappresentanti sindacali sottolineano che la presenza di tali detenuti ostacola gravemente le attività strutturate, compromettendo l’efficacia delle iniziative pensate per favorire il reinserimento sociale.

l’impegno della polizia penitenziaria

sforzi straordinari uniti a carenze di organico

Nonostante le difficoltà strutturali e il deficit di personale, la polizia penitenziaria continua a svolgere un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’ordine all’interno della struttura. Gli agenti, riconosciuti per il loro spirito di sacrificio e professionalità, lavorano incessantemente per garantire la sicurezza, alle prese con una situazione sempre più complessa.

la necessità di un intervento istituzionale

I rappresentanti sindacali riconoscono l’impegno quotidiano dei colleghi ma avvertono che senza un intervento mirato da parte delle istituzioni ministeriali, la situazione è destinata a deteriorarsi ulteriormente. Le condizioni attuali potrebbero non solo mettere a rischio la sicurezza degli operatori e dei detenuti, ma anche compromettere il funzionamento stesso del sistema penitenziario, la cui funzione principale è quella di riabilitare piuttosto che punire.

La richiesta di un maggiore intervento governativo rimane quindi aperta, con la speranza che le istituzioni possano riconoscere la complessità delle sfide da affrontare all’interno del carcere di Sant’Angelo dei Lombardi.

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