Un violento episodio si è verificato nella Casa di reclusione di S. Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, quando un detenuto ha aggredito un ispettore di polizia penitenziaria dopo aver tentato di effettuare una telefonata non autorizzata. La notizia, riportata dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe, solleva interrogativi sull’efficacia della gestione della sicurezza all’interno delle carceri italiane.
Il fatto dell’aggressione
I dettagli dell’episodio violento
La serata di ieri ha visto l’innesco di un’aggressione da parte di un detenuto, già noto per un simile comportamento violento in passato. L’individuo, insoddisfatto del rifiuto da parte dell’ispettore di polizia penitenziaria di autorizzare la sua telefonata, ha reagito in modo aggressivo ferendolo alla testa. Questo episodio testimonia una crescente tensione all’interno delle strutture carcerarie italiane, in particolare a S. Angelo dei Lombardi, che già in passato ha fatto notizia per altri eventi violenti.
Storia di comportamenti violenti
Il detenuto in questione non è nuovo a episodi di aggressione; solo pochi mesi fa, aveva già causato danni e minacce all’interno della stessa struttura. La sua permanenza nella Casa di reclusione, nonostante i precedenti, ha sollevato interrogativi sulla gestione dei detenuti violenti e sul rispetto delle disposizioni ministeriali che prevedono il trasferimento immediato di chi compie violazioni che mettono a rischio la sicurezza del personale e degli altri detenuti.
La denuncia del sindacato
Le parole di Tiziana Guacci
Tiziana Guacci, segretario per la Campania del Sappe, ha espresso preoccupazione per la situazione allarmante che si vive all’interno del carcere. Sottolinea come S. Angelo dei Lombardi, un tempo considerato un modello di eccellenza nel contesto penitenziario italiano, abbia visto un deterioramento significativo della sicurezza e della gestione. Secondo Guacci, il comportamento di alcuni detenuti e la persistente inadeguatezza delle risposte da parte delle autorità competenti hanno portato il carcere a una situazione di crisi, traendo in inganno anche gli agenti di polizia penitenziaria, che ogni giorno devono affrontare condizioni di lavoro sempre più difficili.
L’efficacia della gestione penitenziaria
Il Sappe ha evidenziato la necessità di una riforma e di interventi concreti per garantire un ambiente di lavoro più sicuro per il personale di polizia penitenziaria. Guacci ha sottolineato l’urgenza di affrontare le problematiche legate alla cattiva gestione del Provveditorato e ha avvertito che, senza una politica di trasferimenti decisi per i detenuti violenti, la situazione non è destinata a migliorare. Il clima di insicurezza e le aggressioni continuative mettono a dura prova la pazienza degli agenti, le cui denunce rimangono spesso inascoltate.
Il punto di vista del segretario generale del Sappe
Critiche all’amministrazione penitenziaria
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha espresso indignazione nei confronti dell’amministrazione per la sua riluttanza nel trasferire i detenuti violenti in altre strutture. Capece ha esposto il problema in termini allarmanti, indicando che la polizia penitenziaria è costretta a sopportare la conseguenza di una gestione che appare inefficace. Con una crescente incidenza di aggressioni, lividi e insulti nei confronti degli agenti, la situazione si fa sempre più critica.
Proposte per il futuro
Capece ha rimarcato l’importanza di un approccio diverso nella gestione dei detenuti, includendo domande di espulsione per gli stranieri, e ha sostenuto la necessità di riaprire gli ospedali psichiatrici giudiziari, vista l’aumento dei detenuti con problematiche psichiatriche all’interno delle carceri ordinarie. Ha inoltre richiesto investimenti significativi in tecnologia e infrastrutture, avvertendo che mentre gli agenti continuano a garantire ordine, le condizioni di lavoro restano pesanti e sfavorevoli. La richiesta di interventi tattici e strategici è sempre più pressante, poiché il sistema penitenziario italiano si trova davanti a sfide complesse e urgenti.