Un nuovo capitolo si aggiunge al caso dell’aggressione mortale avvenuta all’interno del palasport Mandela Forum di Firenze, durante il concerto dei Subsonica, dove, l’11 aprile 2024, la vita di Antonio Morra è stata spezzata. La procura fiorentina ha notificato a Cristian Corvo, un facchino di 29 anni, l’accusa di omicidio preterintenzionale, mentre era già imputato per lesioni. Questo scenario giuridico si arricchisce di nuovi sviluppi mentre il tribunale si prepara a discutere il caso.
Dettagli dell’udienza e delle accuse
Nel processo in rito abbreviato, l’accusa per Cristian Corvo segue quella di Ibrahimi Senad, un italiano di origine kosovara, che già affronta le stesse contestazioni. Entrambi gli imputati sono stati rappresentati da esperti legali: Senad, assistito dagli avvocati Luca Maggiora e Lapo Bechelli. L’udienza, presieduta dal giudice dell’udienza preliminare Fabio Gugliotta, è stata rinviata al 6 maggio per consentire una discussione più approfondita sulle evidenze presentate.
La posizione di Corvo si complica ulteriormente a causa dei risultati di una perizia medico-legale condotta dalla dottoressa Chiara Toni. Secondo la relazione effettuata, Morra è deceduto a causa di una “emorragia su subaracnoidea massiva” dovuta alla rottura della arteria basilare. La perizia ha riscontrato che sia il colpo inflitto da Senad sia quello potenzialmente da Corvo sono compatibili con il trauma fatale, portando così a nuovi approfondimenti sulla gravità della situazione legale del giovane.
La dinamica dell’accaduto e le dichiarazioni dei medici
Proseguendo nell’analisi, emergono le opinioni discordanti dei periti. La dottoressa Martina Focardi, medico legale della procura, è di avviso che “il primo pugno inferto a Morra sia stato il più significativo nel causare la morte,” pur ammettendo l’impossibilità di stabilire con certezza l’effetto del secondo colpo. In contrasto, l’esperto nominato dagli avvocati di Senad, il dottor Edoardo Franchi, sostiene l’impossibilità che il primo colpo possa aver causato direttamente la rottura dell’arteria basilare, suggerendo piuttosto che “il secondo colpo durante la caduta di Morra avrebbe potuto avere un ruolo cruciale nel determinare il tragico esito.“
Il contesto della violenza e il profilo della vittima
Antonio Morra, operaio di 47 anni e residente a Pistoia con la moglie e tre figli, si era recato al concerto con la consorte per trascorrere una serata di svago. I fatti si sono svolti al termine dello spettacolo, quando, ancora sulle scale esterne del Mandela Forum, una conversazione accesa con il personale di sicurezza ha infiammato gli animi. Morra, secondo le testimonianze raccolte, è stato assaltato da un gruppo di facchini, con Senad che lo ha colpito alla testa da dietro, creando una situazione caotica e violenta.
Le telecamere di sorveglianza hanno catturato momenti cruciali dell’aggressione, ma non documentano gli eventi posteriori. Tuttavia, le indagini condotte dalla squadra mobile hanno ricostruito, grazie a diversi testimoni, la fase in cui Morra è stato colpito nuovamente da un pugno, presumibilmente sferrato da Corvo, mentre stava già perdendo l’equilibrio a causa dell’impatto iniziale del colpo di Senad.
La drammaticità di questo caso continua a destare preoccupazione e interesse nel contesto sociale e legale, sollevando interrogativi sulla sicurezza in eventi pubblici e sulla necessità di misure preventive contro la violenza. L’udienza del 6 maggio promette di fornire ulteriori chiarimenti e dettagli su questa tragica vicenda.