Un uomo di 41 anni, residente a Osimo, è stato arrestato in Lombardia per aver violato un divieto di avvicinamento emesso a suo carico. L’allerta è scattata dopo che il soggetto, già sottoposto a braccialetto elettronico, ha contattato più volte la sua ex compagna e la legale di lei tramite messaggistica. La situazione ha destato preoccupazione poiché l’uomo, nei giorni precedenti, aveva aggredito entrambe in momenti distinti, destando timore per la sicurezza delle donne e dei loro familiari.
La violazione del divieto e l’indagine della Polizia
Nonostante il divieto di avvicinamento, il 41enne ha continuato a comunicare in modo inappropriato con l’ex compagna, infrangendo chiaramente le disposizioni impartite dall’autorità giudiziaria. La Polizia di Osimo ha condotto un’indagine approfondita, coordinata dalla Procura di Ancona, dopo il segnalato comportamento dell’uomo. Le informazioni raccolte hanno portato il giudice per le indagini preliminari a decidere per l’aggravamento della misura cautelare, portando così all’ordinanza di arresto.
L’arresto in Lombardia
Il 9 aprile, il 41enne è stato rintracciato a Como, una città lombarda, dove gli agenti della Squadra Mobile della Questura locale hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere. Questo intervento si è reso necessario dopo che l’uomo aveva già compiuto atti di violenza fisica nei confronti della sua ex compagna e, successivamente, contro la sua avvocato. L’episodio ha alimentato un clima di paura fra le due donne, che temevano per la propria sicurezza e quella dei propri cari.
Riflessioni sul sistema di protezione
La Questura di Ancona ha sottolineato che i provvedimenti eseguiti sono misure cautelari adottate nel corso di indagini preliminari. Inoltre, viene ricordato che il destinatario di tali misure è considerato presunto innocente fino a una sentenza definitiva. Questo aspetto è cruciale nella lotta alla violenza domestica, dove la protezione delle vittime deve sempre rimanere una priorità e i diritti della persona accusata devono essere rispettati nelle fasi processuali.
La vicenda mette in luce l’importanza di monitorare e far rispettare con rigore i provvedimenti giudiziari in situazioni di violenza domestica, per garantire sicurezza a chi vive in condizioni di vulnerabilità e per prevenire ulteriori comportamenti violenti.