Il 16 marzo 2025, a partire dalle 17:30, sarà inaugurata al Museo Civico Villa Colloredo Mels di Recanati la mostra personale dell’artista Jacopo Pannocchia, intitolata “Di nebbia e di terra”. Questa esposizione rappresenta un’importante occasione per scoprire, per la prima volta, il suo lavoro artistico nelle storiche sale del museo. Fino al 25 maggio, il pubblico potrà ammirare quindici sculture in ceramica e una selezione di opere grafiche, tutte caratterizzate dall’uso innovativo della terra, un materiale che sostiene il dialogo con l’intangibile e l’insegnamento attraverso il gesto artistico.
Un’esposizione tra terra e arte
La mostra “Di nebbia e di terra” è curata dai noti critici d’arte Mario Finazzi e Luigi Petruzzellis, i quali hanno voluto mettere in luce la peculiare ricerca artistica di Pannocchia. Gli spettatori potranno vedere quindici sculture realizzate con differenti tipi di terra, dalla nera antracite alla rossa, ricca di ossidi. A queste creazioni si aggiungono tredici tavole di legno preparate con la tecnica dell’imprimitura. Alcune di queste opere sono caratterizzate da impasti di argille, pigmenti, ossidi e grafite, creando un affascinante connubio tra i materiali e le tecniche artistiche.
La terra si presenta come un elemento centrale dell’esposizione, esprimendo la relazione tra scultura e disegno. Le opere su carta ottocentesca, ad esempio, riportano disegni di armature fatte di terre e grafite, con interventi a inchiostro, invitando il pubblico a riflettere sulle potenzialità espressive dei materiali usati. Già nella sua varietà , questi elementi rivelano l’abilità e la ricerca continua dell’artista nell’usare ciò che la natura offre, rendendo ogni opera un’esperienza visiva e sensoriale unica.
L’analisi creativa di Jacopo Pannocchia
Jacopo Pannocchia, originario di Montelupone, utilizza vari medium nella sua espressione artistica, mantenendo però una chiara coerenza stilistica. La sua opera cerca di esplorare il confine tra infinito ed esperienza tangibile, tra il caos e l’ordine. L’approccio creativo dell’artista si concretizza in un’interazione continua tra elementi formali e informali, permettendo di narrare un viaggio attraverso l’inconscio e l’emotività legate alla materia stessa.
Il gestuale istintivo delle sue incisioni e disegni si fonde con la terra, che diventa il nucleo pulsante della produzione artistica. L’argilla, in particolare, assume un ruolo cruciale non solo come materiale ma anche come mezzo per generare inchiostri, frutto della combinazione di argilla, grafite, pigmenti e acqua. Questo intreccio da vita a opere cariche di profondità simbolica e narrazione visiva, in cui ogni elemento trova un proprio significato.
Riflessioni sul processo creativo
Secondo Mario Finazzi, curatore della mostra, la condizione di disordine primordiale e la nebbia che avvolge le opere di Pannocchia rappresentano il punto di partenza di una riflessione profonda sul mondo interiore dell’artista. Finazzi descrive con precisione la “nebbia del non definito”, collegando il processo creativo a sensazioni e percezioni sfuggenti. I visitatori sono thereby invitati a confrontarsi con l’esperienza umana nel suo insieme, esplorando il sottile confine che separa materia e pensiero.
Questa mostra non solo celebra la maestria tecnica di Pannocchia, ma offre anche un’importante opportunità di riflessione sul valore artistico della materia. Invita a esplorare il potere evocativo della terra e il suo legame con il pensiero e l’immaginario collettivo. Le opere grafiche, tra cui xilografie, acqueforti e disegni, completano il racconto visivo e sensoriale, rendendo l’esperienza d’arte un momento intenso e immersivo. L’arte di Jacopo Pannocchia emerge così come una ricerca di significato attraverso il linguaggio della scultura e della grafica, portando il visitatore a un incontro intimo con la sua visione creativa.