Scannasurice, celebre opera di Enzo Moscato, torna al Teatro Nuovo di Napoli il prossimo 18 gennaio, con replica il 19. Lo spettacolo, diretto da Carlo Cerciello e interpretato da Imma Villa, si propone di esplorare le profondità dell’esistenza umana attraverso la lente della cultura napoletana. Con un mix di leggenda e realtà, l’opera riflette su una società in trasformazione dopo il devastante terremoto del 1980.
La trama di scannasurice
Scannasurice fa emergere la storia di un personaggio androgino che vive in condizioni precarie in una stamberga ipogea, simbolo dell’anima di Napoli. Immerso nella spazzatura e circondato da oggetti che raccontano la sua vita quotidiana, il protagonista interagisce con topi, che fungono da metafora per i napoletani stessi, e con le ombre delle leggende metropolitane, figure iconiche come la Bella ‘mbriana e il Munaciello. Questo scenario si presenta come un percorso di esplorazione dell’identità, dove il personaggio cerca di ritrovare un significato nella desolazione delle macerie post-sisma.
Ciò che rende la narrazione particolare è la grande capacità di Moscato di fondere la realtà quotidiana con elementi fantastici. La figura del femminiello, che emerge dall’opera, trascende il semplice ruolo di soggetto marginale per diventare un simbolo di ricchezza culturale e complessità umana. Nel momento in cui il personaggio si confronta con la propria esistenza, mostra al pubblico il lato oscuro e poetico di Napoli, abbandonando stereotipi e scivolando in una dimensione quasi mitologica.
Il regista e le scelte artistiche
A più di quarant’anni dal suo debutto, Carlo Cerciello si è assunto il compito di riportare alla luce l’attualità pungente di Scannasurice. Le sue scelte artistiche sono rivolte a distaccarsi dalle rappresentazioni tradizionali e oleografiche della cultura napoletana, cercando di restituire autenticità al messaggio dell’autore. Il regista ha reso evidenti le ambiguità del testo, scegliendo di porre al centro della scena Imma Villa, un’attrice capace di incarnare la dualità del personaggio, sfumando i confini tra realtà e finzione.
L’allestimento scenico firmato da Roberto Crea e le musiche originali di Paolo Coletta creano un’atmosfera immersiva. La scenografia e i costumi, curati da Daniela Ciancio, contribuiscono a costruire un ambiente che riflette la povertà materiale e la ricchezza emotiva del protagonista. Questa combinazione di elementi visivi e sonori offre al pubblico un’esperienza totale, priva di distrazioni, concentrata sulla potenza drammatica del testo e dell’interpretazione.
L’eredità di enzo moscato
Il lavoro di Enzo Moscato ha segnato una tappa fondamentale nella drammaturgia contemporanea, soprattutto per il modo in cui ha rappresentato la complessità della vita napoletana. Scannasurice, scritto dopo il traumatizzante terremoto, porta con sé le cicatrici di un evento che ha cambiato la vita di molti. La scelta di narrare attraverso un linguaggio che sfida le convenzioni, e l’uso di un protagonista “femminiello”, pone interrogativi su identità e appartenenza che restano attuali, nell’epoca in cui la lotta per i diritti di identità di genere è al centro del dibattito sociale.
Il personaggio del femminiello viene descritto come quasi mitologico, potendo virare verso una dimensione spirituale che va oltre la semplice rappresentazione della sessualità. Queste scelte di Moscato non solo sfidano le norme sociali, ma offrono anche un’opportunità per riflessioni più ampie sul ruolo dell’individuo all’interno della società. Elementi come la solitudine, la fragilità e la resilienza sono messi in luce, rendendo l’opera un riflesso delle sfide contemporanee, ancora oggi essenziali per la comprensione della cultura napoletana.
Scannasurice promette di essere un’importante riflessione sulla condizione umana e un viaggio emotivo, capace di coinvolgere e far interrogare lo spettatore su memorie e identità, nell’eco di una Napoli che continua a lottare tra tradizione e modernità.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Armando Proietti