Il taekwondo è molto più di un semplice sport; è una disciplina che insegna concentrazione, autostima e rispetto, valori che il maestro Alessandro Benardinelli ha dedicato a diffondere nel territorio di Cerveteri e Ladispoli per oltre tre decenni. Il suo operato culmina in traguardi significativi, non solo in termini di successi sportivi, ma anche per l’inclusione di atleti con disabilità. In questa intervista, Benardinelli, vice-campione italiano in due categorie, ci racconta i risultati e le sfide del suo percorso.
Una carriera dedicata al taekwondo
Le radici nel territorio
Alessandro Benardinelli ha iniziato la sua avventura nel taekwondo nel 1982, alla tenera età di 8 anni. Da allora, la sua passione per questa disciplina l’ha portato a competere a livello regionale e nazionale, ottenendo numerosi risultati. Nel 1999, ha deciso di passare dall’agonismo all’insegnamento, un cambiamento che ha rappresentato un’importante tappa nel suo percorso. Con il raggiungimento del livello di maestro quarto dan, ha avviato una missione di diffusione del taekwondo, aiutato anche dalla sua esperienza come delegato provinciale della Federazione Nazionale.
L’approdo a Cerveteri
Arrivato a Cerveteri cinque anni fa, Benardinelli ha contribuito a far crescere la cultura del taekwondo nella regione, coinvolgendo i giovani e le famiglie. La sua scuola, parte dei Lions, si distingue per l’attenzione che dedica non solo ai più piccoli ma anche agli atleti con disabilità. Il centro sportivo è l’unico nella zona a offrire taekwondo paralimpico, materiale per un’inclusione sociale che rende lo sport accessibile a tutti.
Il successo degli atleti dei Lions
Brillanti risultati sportivi
Sotto la guida di Benardinelli, i membri dei Lions hanno collezionato successi notevoli. Tra questi spicca Gabriele Galluzzi, che ha conquistato il bronzo ai Campionati Italiani di taekwondo paralimpico, rendendo orgogliosa la sua comunità. Benardinelli sottolinea l’importanza di questo traguardo, evidenziando il ruolo centrale di Galluzzi nel promuovere il taekwondo inclusivo nella regione. Con i giovanissimi, il maestro ha ottenuto riconoscimenti significativi, con Giulia Roscioli e Elisa Pacchiarotti che si sono distinte come vicecampionesse italiane.
Un ampio pubblico di praticanti
La scuola di Benardinelli accoglie allievi dai tre anni in su, promuovendo una pratica sportiva che va dalla fase ludica a quella agonistica. La sua metodologia di insegnamento abbraccia tutte le specialità del taekwondo, ovvero combattimento, forme e freestyle. Questo approccio mira a creare atleti completi, in grado di affrontare competizioni a vari livelli, sia nazionali che internazionali.
L’importanza del taekwondo nella formazione personale
Crescere attraverso lo sport
Uno degli obiettivi principali di Benardinelli è di utilizzare il taekwondo come strumento per migliorare la gestione delle emozioni. L’allenamento, oltre a preparare fisicamente gli atleti, li aiuta a sviluppare sicurezze personali e a controllare la propria ansia, abilità che si rivelano fondamentali nel quotidiano. Apprezzare l’importanza di una disciplina rigorosa può contribuire notevolmente nella vita di tutti i giorni, dall’apprendimento all’ambito lavorativo.
Un messaggio di equilibrio
Il maestro sottolinea come ogni competizione sia un confronto con se stessi piuttosto che con l’avversario. La sfida più grande è quella interiore, e il lavoro che i ragazzi svolgono nella loro crescita personale li prepara ad affrontare le difficoltà della vita con maggior sicurezza. In un’epoca caratterizzata da complesse interazioni sociali e comunicative, il taekwondo offre un valido supporto per rafforzare la resilienza dei giovani, plasmando non solo atleti, ma anche individui più equilibrati nella loro esistenza.